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Vialli: iniziò a Cristo Re, dal minibasket all'amato calcio

La cremonesità: passò dal Pizzighettone alla Cremo per 500 mila lire. Miglioli aggiunse qualche mortadella e qualche prosciutto crudo

07 Gennaio 2023 - 05:25

Vialli: iniziò a Cristo Re, dal minibasket all'amato calcio

Gianluca Vialli con il sorriso in volto di fianco all’amico Antonio Cabrini in campo allo stadio Zini orgoglioso di partecipare alla festa per il Centenario nel 2003 della Cremonese la società che lo

CREMONA - Era un ragazzino del Corona, la squadra dell’Oratorio di Cristo Re, al Villaggio Po. Gianluca, nato il 9 luglio 1964, viveva con la famiglia nella villetta di via Enrico Toti al numero 24, quinto e ultimo figlio dei Vialli, il più giovane dei fratelli: Maffo, Marco, Nino e Mila, quattro maschi e una femmina. Papà imprenditore edile (Casitalia), mamma casalinga alle prese con cinque figli da tenere sotto controllo. D’estate la famiglia si trasferiva a Grumello Cremonese, nel castello Affaitati di loro proprietà.


I primi calci al pallone erano indirizzati verso la saracinesca del garage del suo cortile; quando tornava da scuola Gianluca lasciava la borsa appena dentro casa e poi correva giù a giocare a calcio. Il rimbombo del pallone calciato a tutta forza contro la povera porta del garage costrinse i vicini prima a lamentarsi e poi a far presente al ragazzino che sino alle 17 era proibito scendere a giocare in cortile. Nessun problema, l’oratorio di Cristo Re era a un tiro di schioppo da casa, più o meno duecento metri da percorrere a piedi su strade sicure e allora poco trafficate.

Gianluca, primo a sinistra, con i suoi fratelli Maffo, Marco Nino e la sorella Mila

Lui continuava a giocare a calcio, ma Maurizio Mondoni, il professore del minibasket, gli fece provare questo sport in cui si doveva andare a rete. Proprio come nel calcio, solo che qui la rete era in alto e non all’altezza del terreno di gioco. Gianluca e il fratello Maffo si appassionarono, ma il richiamo del calcio era più forte di tutto. Don Angelo Scaglioni, il parroco di Cristo Re, capì subito che quel ragazzino che sembrava ancora gracile e acerbo, aveva le doti per diventare un campione. Tocco di palla, intelligenza nello smarcarsi, senso del gol, capacità di essere leader del gruppo. Gianluca Vialli sarebbe diventato un grande calciatore.

In uno dei tanti tornei organizzati dal don di Cristo Re fra i ragazzi della scuola media (Gianluca frequentava la Virgilio di via Trebbia) il giovane Vialli segnò tante reti, una più bella dell’altra. Il talento del ragazzo non sfuggì a Franco Cistriani, insegnante ma anche allenatore delle giovanili del Pizzighettone. Così a 13 anni Vialli cambiò casacca, passando dall’oratorio a una società sportiva che allora militava nei Dilettanti. Lui continuò a giocare nelle giovanili (schierato contro avversari di un anno più grandi di lui) e continuò a segnare gol.

Gianluca è nell’undici titolare della formazione Giovanissimi del Pizzighettone nella stagione sportiva 1978/1979

Nel 1978 fu lo stesso Cistriani a segnalare quel ragazzo alla Cremonese. Ivanoe Nolli, conosciuto da tutti come Babo, andò a vederlo durante una partita e appena tornato a Cremona disse subito ai dirigenti grigiorossi che si doveva far di tutto per farlo arrivare alla Cremonese. Visto che Babo Nolli sbagliava poche volte i giudizi sui giovani, la società si mosse subito con il vicepresidente Giuseppe Miglioli. Si dice che la trattativa durò meno di un’ora. La Cremonese offrì al Pizzighettone mezzo milione di lire e Miglioli aggiunse qualche mortadella e qualche prosciutto crudo.


Vialli tornò a Cremona per vestire la maglia della squadra del cuore. «Mio padre — ricordò tempo fa — mi portò a vedere Cremonese-Pergolettese allo stadio Zini quando avevo appena sei anni». Alla Cremonese fu affidato alle cure di Guido Settembrino, un allenatore bresciano bravo a gestire i giovani. Vialli non delude, cresce di partita in partita. Tanto che Guidone Vincenzi, allenatore della prima squadra grigiorossa in serie C1, lo fa esordire il 10 maggio 1981 a Parma, mandandolo in campo a 9 minuti dalla fine al posto di Bresolin e gli fa assaggiare ancora il campo il 17 maggio allo Zini contro la Reggiana, mezz’ora al posto di Mugianesi.

A 16 anni il «golden boy» cremonese, che nel frattempo si era fatto crescere i capelli ricci alla Jimi Hendrix, diventa una pedina fissa della Cremonese promossa in serie B. Trentun partite, cinque gol segnati. L’esordio fra i cadetti il 27 settembre 1981 nella gara persa 3-0 a San Benedetto del Tronto (mezz’ora al posto di Finardi). Il suo primo gol in B arriva l’11 ottobre 1981 in Cremonese-Reggiana, gara vinta dai grigiorossi per 3-0 (le altre reti di Nicolini e Montani). Vialli è sempre tra i migliori della squadra, anche se a lui il gioco di Vincenzi, un po’ troppo difensivista, non piace.

Mi ricordo che un pomeriggio si presentò insieme al difensore Di Chiara nella redazione di Mondo Padano (allora in via Tibaldi) per esprimere il suo parere sul tecnico. Non era (e non è) normale che un giocatore di 17 anni prendesse posizione contro l’allenatore che lo aveva fatto esordire. Ma Vialli era questo, giovane ma pieno di coraggio. La Cremonese il 25 aprile 1982 perde in casa con il Foggia (gol di Sciannimanico) e Vincenzi si dimette. Mancano sette partite alla fine del campionato e la situazione è drammatica. Il presidente Luzzara non ha per le mani un altro allenatore e allora decide di azzardare, mandando in panchina Emiliano Mondonico, allenatore delle giovanili.

Vialli golfista al Club Il Torrazzo


Il «Mondo» punta molto su Vialli, rivede in questo ragazzino quello che lui era stato un po’ di anni prima. «Mondo» fa il miracolo, la squadra non perde più e riesce a salvarsi dalla retrocessione in serie C. Vialli segna solo nell’ultima gara con la Spal, ma è il trascinatore di quella formazione. Intanto i capelli si erano allungati e Antonio Leoni, giornalista direttore di «Mondo Padano», lo soprannominò Topolino per la somiglianza con il personaggio del cartone animato della Walt Disney. Vialli in serie B, sempre con Mondonico allenatore, giocò 37 partite e segnò 8 reti.

In quel campionato in serie B c’erano anche Milan e Lazio. Il 12 giugno 1982, quando a Varese si spostarono 15 mila tifosi cremonesi, fu proprio un errore di Vialli nel finale a pregiudicare la promozione diretta in serie A della squadra. I padroni di casa erano andati in vantaggio con Bongiorni, Rebonato aveva trovato il pari a un quarto d’ora dalla fine. A pochi minuti dal triplice fischio dell’arbitro D’Elia di Salerno, la palla finì sui piedi di Vialli che non ebbe l’intuizione di servire Frutti solo davanti alla porta. Il pareggio di Varese portò i grigiorossi agli spareggi a tre con Como e Catania all’Olimpico di Roma. La Cremonese fece due pareggi, ai siciliani del Catania bastò il gol contro il Como per essere promossi nella massima serie.

Vialli in una delle tante visite alla redazione del quotidiano La Provincia


L’anno dopo fu quello buono, anche grazie a Vialli (37 partite, 10 gol) in coppia con Nicoletti (37 gare, 9 gol). Gianluca è decisivo a Monza (0-1), a Campobasso (1-1 in uno stadio con metri di neve sui fianchi), in casa con il Cagliari (2-1), doppietta con il Monza in casa (4-0), a Como (1-1) e se vogliamo anche in casa il 3 giugno 1983 nella strana e discussa partita con il Palermo (3-3). La Cremonese va in serie A, Vialli è richiesto dalla Juventus. Ma il presidente Luzzara aveva già una mezza parola spesa con Mantovani, presidente della Sampdoria. Va in porto lo scambio Vialli-Chiorri. Alla fine credo che entrambe le squadre guadagnarono da questo scambio. Vialli prima nella Samp e poi nella Juventus diventa un grande campione. Gianni Brera, proprio per legare il suo nome a quello di Cremona, lo definì «StradiVialli».


Gianluca non si è mai dimenticato di Cremona e della Cremonese. Ogni anno ha portato a Grumello le due figlie perché «sono inglesi — diceva — ma devono anche conoscere e vivere dove è cresciuto papà». Lo abbiamo visto in porta nella sfida fra la Cremonese e la Nazionale Cantanti, lo abbiamo visto nella partita del centenario della società grigiorossa, lo abbiamo visto spesso allo Zini per vedere la squadra nella quale è cresciuto, l’ultima volta in casa con il Torino qualche mese fa. Ho passato con lui alla trattoria Alba di via Persico una serata organizzata dai suoi ex compagni. Era già malato ma ha fatto in modo che nessuno si accorgesse di quanto stava succedendo dentro al suo corpo. Oggi Vialli non è più con noi.


«So che non morirò di vecchiaia — disse qualche tempo fa —. Spero di potere stare vicino il più possibile alle mie figlie. Con loro ho sempre scherzato anche nei momenti in cui la malattia ha picchiato forte. Ridevo e poi andavo a chiudermi in bagno a piangere di nascosto». Oggi siamo tutti noi a piangere la scomparsa di un grande cremonese che è diventato un campione a livello mondiale. Topolino, nessuno si dimenticherà di te!

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