L'ANALISI
SESTO CREMONESE SOTTO SHOCK
06 Gennaio 2023 - 10:04
La sede della ex Bertarini sulla Provinciale 56 a Sesto
SESTO CREMONESE - "L’ex Bertarini chiude: in arrivo 54 licenziamenti". La brutta notizia che apre nel modo peggiore l’anno scatena la reazione dei sestesi. Sì, perché 54 persone che da un giorno all’altro perdono il lavoro è una brutta, bruttissima notizia. Lo è perché di punto in bianco tra qualche mese non percepiranno più lo stipendio e dovranno cercarsi un altro mestiere. Lo è perchè con la crisi che c’è, riuscire a timbrare di nuovo il cartellino nel giro di poco tempo potrebbe essere un’impresa ardua. Lo è perché, grazie ai suoi 'anta', chi è ad un passo dalla pensione farà ancora più fatica.
Ovviamente ieri a Sesto non si è parlato d’altro e tra le voci che si alzano per esprimere vicinanza ai lavoratori c’è anche quella del parroco don Enrico Maggi: "Come parrocchia e comunità cristiana – assicura l’arciprete – esprimiamo la nostra solidarietà a tutte queste persone in questo momento particolarmente difficile, auspicando che si possa percorrere ogni strada e trovare ogni possibilità per alleviare in qualche modo i disagi, nella speranza che il dialogo fra le parti sociali porti ad una soluzione positiva".
Mario Rossetti ha letto la notizia su La Provincia e c’è rimasto malissimo: "Ho avuto la fortuna di fare il sindaco – afferma - ai tempi in cui l’azienda era guidata dalla famiglia Bertarini e, considerati i risultati ottenuti allora, mai avrei pensato ad un simile epilogo; come padre di famiglia posso perfettamente capire lo sconforto e il disagio in cui si ritrovano i dipendenti, è veramente un brutto colpo per l’intera comunità ed è superfluo augurare un riutilizzo degli spazi lasciati vuoti per avviare una nuova attività con l’obiettivo di creare nuovo lavoro e dare dignità a chi, con questa incredibile decisione, ha perso moltissimo. Regalo a tutti il mio abbraccio sincero".
Durissimo il giudizio di Giovanna Comelini: "Sono molto dispiaciuta per i lavoratori e le loro famiglie alle quali sono vicina – afferma la volontaria impegnata nel sociale - da tempo le notizie che arrivavano dal pastificio non erano certo tranquillizzanti. Il nocciolo della questione è sempre il solito: si acquisisce il marchio e la sua eccellenza per poi delocalizzare, è la storia che si ripete, anche a Cremona è già successo in passato e questo è un comportamento speculativo inaccettabile. Eppure – prosegue Comelini - le leggi permettono queste manovre vigliacche che impoveriscono, anzi rapinano il territorio, mettendo in crisi l’economia locale. Questo modus operandi del mondo commerciale a livello umano è inaccettabile, come inaccettabile è il comportamento dell’azienda che ha trattato i propri collaboratori come se fossero delle nullità e in tutto questo bailamme ancora una volta le promesse dei nostri politici per difendere i posti di lavoro si sono rivelate aria fritta, ancora una volta la provincia di Cremona e stavolta anche il nostro Comune sono stati rapinati da una politica economica spietata che ti fa sentire impotente di fronte a queste tragedie, perché per me una persona quando perde il lavoro rischia di perdere la dignità, soprattutto se si tratta di persone che si trovano in questa situazione a cinquant’anni e alla Bertarini c’è un’alta percentuale di lavoratori in questa fascia d’età. Allora mi domando: la politica dov’è?".
Anche sui social i commenti sono tutti di segno negativo: "Vergognoso, senza rispetto per le persone – scrive un cremonese su Facebook - anche solo la tempistica con la quale hanno dato la comunicazione…". "E’ pazzesco – si legge in un altro post – ho avuto il piacere di lavorare con alcuni operai che da anni lavorano con professionalità e serietà, a fronte di società che la professionalità non sa cos’è: vi auguro di trovare lavoro perché vi meritate il meglio".
Lunedì pomeriggio alle 14,30 i sindacati incontrano i lavoratori nella sede della Cgil di via Mantova a Cremona. La riunione si annuncia infuocata perché in quella sede loro, operai e impiegati, cercheranno le risposte a tante domande: "Perché ci lasciano a casa?", "Perché non ci hanno mai detto nulla?", "Cosa ne sara’ di noi?".
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