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Caso Beccalli: niente sentenza, ma ordinanza nel processo a Pasini

Al processo di Appello a Brescia il giallo di Sabrina: si ripete parzialmente l'istruttoria dibattimentale

La Provincia Redazione

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25 Novembre 2022 - 19:30

Caso Beccalli, processo da rifare

BRESCIA - Niente sentenza, ma ordinanza. Va istruito parzialmente il processo bis nei confronti di Alessandro Pasini, il 47enne assolto in primo grado dall’accusa di aver voluto uccidere l’amica Sabrina Beccalli, 39 anni, mamma di un ragazzino di 16, la notte di Ferragosto del 2020, quando l’uomo diede poi fuoco alla Fiat Panda con dentro il corpo della vittima.

Dopo due ore di camera di consiglio, la Corte d’Assise d’Appello di Brescia ha disposto di sentire il pool dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo in contraddittorio con Angelo Grecchi, il consulente tecnico della difesa, i carabinieri del Ris di Parma che effettuarono i rilievi nell’appartamento in via Porto Franco, la vicina di casa che alle 5 del mattino sentì Sabrina gridare "Aiuto" ed eventualmente l’esame dell’imputato.

Il sostituto Procuratore generale Rita Anna Emilia Caccamo aveva chiesto di condannare Pasini a 20 anni per omicidio volontario. Il processo è stato aggiornato al 20 gennaio prossimo.

«No comment» da parte della difesa. L’avvocato di parte civile, Antonino Andronico, ha dichiarato: «Il sostituto Pg ha approfondito veramente le carte dell’indagine e ha enucleato nuovi profili probatori che erano sfuggiti al giudice e al pm nel processo di primo grado. Ed ha chiesto, a sua volta, una integrazione probatoria per sentire la teste vicina di casa. La Corte ha inoltre ammesso l’integrazione probatoria che avevo chiesto io, relativamente all’audizione del pool della Cattaneo. D’ufficio i giudici hanno disposto l’audizione dei carabinieri del Ris e della teste vicina di casa, perché hanno ritenuto assolutamente necessario, al fine del decidere, assumere queste prove».

Finito in carcere il 18 agosto del 2020, rimasto in cella per un anno, due mesi e 10 giorni, Pasini era tornato in libertà il 29 ottobre del 2021, quando il gup, Elisa Mombello, lo mandò assolto dall’accusa di omicidio volontario, condannandolo a 6 anni per distruzione del cadavere e incendio doloso della Fiat Panda.

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