Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

IL RITORNO DEI SAMARITANI: LA STORIA

Valeriano Degani: «Ero finito e sono rinato grazie a voi»

L’ex calciatore della Cremonese: «Io, un miracolato». L’emozione dell’incontro con la «sua» dottoressa, Julie

Andrea Gandolfi

Email:

agandolfi@laprovinciacr.it

31 Ottobre 2022 - 11:10

Valeriano Degani: «Ero finito e sono rinato grazie a voi»

Valeriano Degani con la dottoressa Julie McKay

CREMONA - «Quando mi hanno portato nell’ospedale da campo dei Samaritan’s Purse, dopo un mese di ricovero in due diverse Terapie intensive, non avevo più speranze. Ero ridotto ad una larva». Valeriano Degani, 70 anni compiuti il 3 aprile scorso, cremonese nato a Pontevico ed ex difensore grigiorosso nei campionati di serie D e C con Cesini, Velmini, Anceschi e Tassi dopo aver militato nelle giovanili dell’Atalanta, ieri mattina era in piazza Stradivari per dire ancora una volta grazie ai suoi salvatori; a partire dalla ‘sua’ dottoressa, Julie McKay. «Ero finito», ricorda Degani, che dopo una serie di infortuni aveva deciso di abbandonare la sua carriera di calciatore per dedicarsi al lavoro in un istituto di credito. Ma in quei mesi lunghi, opprimenti mesi di paura e a volte di rassegnazione, il destino aveva altro in serbo per lui.

«Sono stato dai Samaritan’s sette giorni e ho toccato con mano un altro mondo — riprende l’ex calciatore —. Le prime cose che si preoccupano di dare a chi entra nelle loro strutture sono la fiducia e la speranza», perché tutto parte da lì. «Poi, per ogni giornata di ‘degenza’ il programma era tanto semplice quanto benefico: due iniezioni e il ‘compito’ di lasciarsi curare dal caldo e dalla luce del sole, poi fare moto e camminare. Dopo sei giorni mi ero ripreso ed ero in grado di aiutare un uomo di 90 anni che si muoveva col girello. Per questo dico che mi ritengo un miracolato; uno che ha vissuto concretamente un percorso di rinascita, non troverei altre parole per descrivere quanto mi è successo».

In una settimana, tutto è cambiato: «Sono passato dal non avere più alcuna speranza, a ritrovare la forza di tornare a vivere. Naturalmente, sul piano fisico ero ancora molto debole e avevo perso parecchi chili, ma tutto era comunque cambiato. Ci ho messo volontà ed impegno, il mio essere stato uomo di sport mi ha aiutato a mettere in gioco volontà, costanza, allenamento. Facevo ginnastica e, soprattutto, avevo voglia di rinascere. Così, un po’ alla volta sono tornato quello di prima: ora vado in piscina e nuoto per venticinque metri sott’acqua, per dire come stanno i miei polmoni...».

Julie McKay lo ascolta e sorride. Si ricorda bene di Degani e dei suoi compagni di sofferenza. «In quel periodo la tenda dei Samaritan’s ospitava quattordici persone, me compreso — conclude Degani —. Quando ci ripenso mi dico che è stata letteralmente un’avventura straordinaria. Arrivato dal reparto ospedaliero alla struttura da campo mi sono detto ‘sono in campeggio’ ed ho ricominciato a sorridere. Perché davvero avevo abbandonato ogni speranza di riuscire a riprendermi. Ma loro mi hanno - ci hanno - rigenerato. Così adesso sono qui e posso raccontarlo. E dire, ancora una volta, grazie».

FOTO: FOTOLIVE/SALVO LIUZZI

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400