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L'EMERGENZA CLIMATICA

Anomalia persistente in Europa: analisi, cause e connessioni tra meteo e cambiamento climatico

Dopo l'estate più calda mai registrata in Europa, anche ottobre rischia di chiudere quantomeno tra quelli più caldi mai rilevati

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

29 Ottobre 2022 - 10:04

Anomalia persistente in Europa: analisi, cause e connessioni tra meteo e cambiamento climatico

CREMONA - Persiste l'anomalia climatica su gran parte d'Europa, che in questi giorni sta sperimentando temperature talora eccezionali, da piena estate, in particolare sugli Stati centro-occidentali. Un ottobre che non inverte, ma anzi consolida, il trend di un 2022 particolarmente caldo e avaro di precipitazioni. Dopo l'estate più calda mai registrata in Europa secondo i dati Copernicus (ricordiamo i 40°C record di Londra, impensabili fino a qualche anno fa e impossibili da raggiungere - secondo la scienza - in assenza della forzante antropica sul clima), anche ottobre rischia di chiudere quantomeno tra quelli più caldi mai rilevati. Questo non implica che non possano verificarsi fasi termicamente sotto la media, come accaduto proprio a settembre, ma che queste si traducono in episodi decisamente meno frequenti e duraturi.

In Europa le ondate di calore sono aumentate da 3 a 4 volte più rapidamente rispetto alle restanti aree del nostro emisfero, costituendo di fatto un hotspot climatico insieme al bacino del Mediterraneo. Discorso a parte va invece fatto sulle precipitazioni, per le quali non vi è ancora un trend statisticamente significativo legato al riscaldamento globale: vale a dire che la siccità talora eccezionale di questo 2022 non costituisce un trend che abbia valenza climatica a grande scala; i dati in letteratura suggeriscono fluttuazioni locali, su base sub-regionale. Le correlazioni tra Global Warming, distribuzione delle precipitazioni nello spazio e nel tempo e occorrenza dei fenomeni estremi sono ancora oggetto di approfondimento e dibattito.

SITUAZIONE

Le temperature anomale, a tratti prettamente estive, che interessano gran parte d'Europa (e anche l'Italia) sono causate dall'arrivo di masse d'aria insolitamente calde per il periodo. In particolare, sono gli Stati occidentali e centrali a risentire maggiormente dell'anomalia climatica, in un mese di ottobre che si chiuderà termicamente ben oltre la media: più nello specifico, ottobre 2022 potrebbe risultare il più caldo mai registrato in Europa. Ciò che sorprende non è solo l'intensità di questa anomalia, ma anche la persistenza delle configurazioni sinottiche che la avvallano e l'estensione delle zone coinvolte.

L'Extreme Forecast Index di ECMWF evidenzia come le attuali temperature siano estreme per il periodo, in particolare a nord delle Alpi e in generale sull'Europa occidentale: in Francia l'anomalia di temperatura del mese di ottobre 2022 sarà la peggiore dell'anno, superando quella già significativa dei mesi estivi.

CONSIDERAZIONI CLIMATICHE

Il mese di ottobre ricalca il trend dei mesi precedenti del 2022, anno caratterizzato da una forte anomalia positiva di geopotenziale a 500 hPa che dall'Atlantico si allunga verso l'Europa, con i massimi a ridosso degli Stati occidentali. Questa anomalia circolatoria costituisce una vera e propria barriera alle perturbazioni in arrivo sul Vecchio Continente e in Italia.

1. La grave siccità che ha colpito molte regioni d'Europa dall'inizio dell'anno ha subito una generale recrudescenza durante l'estate; le condizioni secche sono legate a una ampia e persistente mancanza di precipitazioni, contestualmente a un susseguirsi di ondate di caldo a partire da maggio in poi. Le alte temperature, esacerbate dai cambiamenti climatici, hanno reso più incisiva la siccità del 2022 nell'emisfero settentrionale. Le anomalie positive sono risultate da 3 a 6 volte più probabili in un contesto di riscaldamento globale legato alle attività umane.

2. Le piogge occorse da metà agosto hanno alleviato parzialmente le condizioni di siccità, anche se per alcune aree persiste una situazione critica; a livello locale, i temporali associati, talvolta di intensità estrema, hanno causato gravi danni e vittime (ad esempio l'alluvione nelle Marche), limitando così gli effetti benefici delle precipitazioni.

3. L'autunno in Europa si è mediamente scaldato a partire dagli anni 2000, anche se in misura minore rispetto alle altre stagioni. Questo perché è cambiata la circolazione con l'arrivo di aria più calda e per una maggiore presenza di anticicloni nel cuore dell'Europa. Grosso modo tale andamento ricalca il trend estivo che evidenzia una migrazione dell'anticiclone delle Azzorre verso ovest, tra Bermuda e Canada orientale. Questa variazione del Jet stream viene messa in relazione a una variazione dell'indice AMO, all'amplificazione artica e agli aerosol antropogenici. Il Global Warming non solo può incidere sugli estremi, ma anche sui driver meteorologici. In particolare, molta importanza e attenzione viene data alle onde quasi stazionarie, che secondo recenti studi sarebbero aumentate di frequenza dall'inizio dell'amplificazione artica, comportando ondate di calore più intense e durature.

4. Le ondate di calore in Europa sono aumentate da tre a quattro volte più velocemente che sul resto dell'emisfero Nord secondo un recente studio sulla rivista Nature Communications. Il riscaldamento globale antropogenico, dovuto principalmente all'aumento dei gas serra, aumenta l'intensità e la frequenza delle ondate di calore, ma può anche incidere sui 'driver' della variabilità naturale.

5. Sebbene eccezionali, questi eventi non sono inaspettati. Sono in linea con le prove presentate nell'ultimo rapporto di valutazione dell'IPCC(Integovernmental Panel on Climate Change), che indica un aumento sia in frequenza che in intensità delle ondate di calore. Questo trend è attribuito con alto grado di confidenza ai cambiamenti climatici indotti dall'uomo. A livello globale, considerando le anomalie termiche sia su terraferma che oceano, il clima risulta chiaramente votato al riscaldamento, nonostante il sistema Terra sia oggi sottoposto a variazioni climatiche molto marcate (anche in senso opposto, ossia al raffreddamento locale) che avvengono su tempi brevi. La scienza afferma che esiste una relazione di causa-effetto tra l'aumento dei gas serra di origine antropica e l'aumento delle temperature globali, come confermato dai rapporti dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). La variabilità naturale non può spiegare da sola le rapide variazioni climatiche che stiamo registrando, né tanto meno può essere utilizzata per sminuire o peggio ancora negare l'esistenza dei cambiamenti climatici legati all'effetto antropico (ad esempio qualche giorno di temperatura sotto media, seppur anche marcata per via di un fronte freddo, indotto da un pattern meteorologico che però non ha nulla a che fare con un trend climatico).

Il riscaldamento globale è di origine antropica e ci sono prove che questo causi effetti sulla circolazione atmosferica, sui ghiacci e sull'innalzamento del livello del mare. Sul singolo evento la questione si complica; ma più che porsi la domanda se il singolo evento estremo sia causato dal cambiamento climatico, c'è da valutare se il cambiamento climatico abbia inciso sulla sua frequenza o sulla caratteristica. Va segnalato,  ad ogni modo, che in un quadro di anomalie termiche spesso positive e diffuse, non mancano anche aree del globo in cui le temperature risultano al di sotto della media. Tuttavia gli episodi termici sotto media sono nettamente inferiori a quelli caldi, non solo come frequenza ma anche come durata.

L'ASPETTO PLUVIOMETRICO

Discorso a parte va fatto anche per le precipitazioni: la siccità che quest'anno ha interessato vaste porzioni d'Europa e Italia non è statisticamente significativa per poter stabilire un trend. In un quadro di riscaldamento globale infatti negli ultimi anni non si è rilevato un trend pluviometrico che abbia valenza statistica in Europa, anche perché per sua natura la distribuzione della pioggia risulta estremamente irregolare e disomogenea non solo a livello territoriale ma anche spaziale. Se ad esempio prendiamo il caso di Milano, che sta sperimentando un anno particolarmente secco, si evidenziano annate altrettanto secche anche in passato, mentre in diverse aree del Sud Italia e delle Isole Maggiori si registrano surplus pluviometrici. La distribuzione delle precipitazioni è a carico di pattern sinottici e meteorologici che esulano dai trend climatici e che agiscono su scale temporali differenti.

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