L'ANALISI
14 Ottobre 2022 - 09:20
CREMONA - Grido d’allarme di Giuseppe Bruno, presidente dell’associazione Angeli Custodi che si occupa della tutela dei diritti civili e umani nelle residenze sanitarie assistenziali, ma anche degli anziani collocati a domicilio. Dopo
l’emergenza sanitaria, adesso è il caro bollette a mettere in allerta il referente del sodalizio cremonese. «Le crisi prima pandemica e adesso quella energetica hanno messo in grosse difficoltà le case di riposo. Da quanto riferito da Arsac e Uneba, che rappresentano le Rsa territoriali, la situazione è drammatica tanto che è stato annunciato un rialzo delle rette di 3 o 4 euro al giorno. Una decisione comprensibile, ma è altrettanto vero che la crisi ha messo in grosse difficoltà economiche anche le famiglie. L’aumento previsto porterà a una spesa aggiuntiva tra i 1.100 e i 1.400 euro annui per i familiari già alle prese con tutti gli altri rincari. Non è accettabile che siano le famiglie a farsi carico di questo nuovo fardello. Dall’inizio della pandemia a oggi hanno sempre pagato puntualmente le rette senza peraltro poter abbracciare i loro cari. Auspico che, non essendoci nessun organismo preposto a questo genere di controlli, nel prossimo futuro vi sia un confronto preventivo fra le tre associazioni (Arsac, Uneba e Angeli Custodi) affinché si possa trovare un accordo comune».
Ma c’è di più, lo spettro della privatizzazione. «Corre voce che grandi gruppi privati si interessino alle Rsa. Privatizzare il
settore significherebbe offrire la possibilità di ricovero solo alle famiglie abbienti. In che modo lo Stato intende farsi carico dei meno facoltosi e con quali costi? Occorre riformare l’intero sistema gestionale delle case di riposo, richiesta che da sempre è stata avanzata dall’associazione di cui faccio parte». Regione Lombardia ha deliberato in questi giorni sostegni per le strutture sanitarie e socio-sanitarie per circa 39 milioni di euro. «Tuttavia – puntualizza Bruno - non sono sufficienti. Serve l’intervento del Governo per aiuti più consistenti. Il sistema sanitario e socio-sanitario non deve essere fanalino di coda degli interventi economici. Le Rsa, di cui le istituzioni raramente parlano, ospitano anziani con fragilità molto importanti. Gli anziani ospiti non siano considerati zavorra bensì storia e memoria del nostro Paese. L’organico in diminuzione nelle Rsa ha ridotto drasticamente i servizi agli ospiti. I familiari non riescono più ad abbracciare i loro cari, vi sono strutture che impongono il tampone (che comporta costi aggiuntivi) anche se forniti del Green pass. Ogni Rsa applica il protocollo in modo autonomo per le visite. Sarebbe opportuno togliere la discrezionalità ai direttori sanitari, così come previsto dall’ordinanza regionale e da quella ministeriale».
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