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PIADENA DRIZZONA

«Aceri morti, manca il parere dell’esperto»

La replica del consigliere d’opposizione Benelli: «Solo parole»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

29 Settembre 2022 - 18:22

«Aceri morti, manca il parere dell’esperto»

PIADENA DRIZZONA - «Nessun documento agronomico super partes è stato redatto o presentato, né prima né dopo né da parte del sindaco, né da parte del prefetto oppure del ministero degli Interni, e si rimane ancora in attesa di ricevere qualcosa di concreto e non chiacchiere di parte. Nessuna di queste figure possiede comprovate esperienze forestali o titoli equipollenti però prende posizione».


A parlare è il consigliere di minoranza Dante Benelli (Avanguardia Civile), dopo la «assoluzione» dell’amministrazione comunale dall’accusa di aver provocato la morte di quattro aceri su sette di quelli potati in via Dosso due anni fa, comunicata dalla Prefettura e dalla Direzione Centrale per le Autonomie del ministero dell’Interno. «Una sentenza prefettizia oppure ministeriale deve contenere un documento stilato da un agronomo di comprovata esperienza — replica Benelli —, invece niente, solo vane parole. Inoltre, dove sono i nominativi dei cittadini che hanno segnalato la pericolosità delle alberature? La segnalazione a un Comune deve essere una questione pubblica e non segreta. Quale trasparenza? Oppure sono le solite invenzioni giustificative di un problema nel quale incombono delle responsabilità?».

Il consigliere di minoranza Dante Benelli

Il consigliere contesta la motivazione del taglio dei rami: «Quale pericolosità possono esserci in piante che possiedono un fusto del diametro inferiore ai 20 centimetri e per giunta allevata a capitozza (che cioè fin da giovane viene tagliata a una altezza di circa 1,5-2 metri, nda)? La pericolosità la si stima su alberi di alto fusto, oltre 30 centimetri di diametro, e la sola osservazione deve essere svolta da un agronomo esperto del settore. Il prefetto per addivenire alla verità va a sentire il sindaco che ha provocato il danno sapendo che di professione ha fatto il farmacista mentre l'assessore coinvolto ha lavorato una vita nelle ferrovie. Non mi risulta infine che la responsabile della Protezione civile abbia conseguito un diploma oppure laurea in agraria o materie similari. Questo è l'esempio di come viene gestita la giustizia amministrativa in questa italietta. La questione del danno economico arrecato alla comunità dei contribuenti a seguito dello scalpo eseguito sulla chioma delle alberature doveva essere affidata a un agronomo esperto che avrebbe chiarito le cause della morte».

Per il consigliere sono «risibili» le affermazioni «secondo cui gli alberi ‘potrebbero essere deceduti a causa delle condizioni climatiche di quel tempo’. Una sentenza con argomentazioni poste nella forma condizionale? Sono state provate queste cause oppure solo supposizioni oppure congetture? Giunti a questo punto non ho parole per definire l'intera vicenda. La questione si rappresenta da sé e dimostra che, a distanza di oltre due anni, nessuno degli alberi portati a morte si è schiantato, per cui la pericolosità propalata, in assenza di opportune valutazioni peritali postume, rapprese un’inaccettabile commediola». 

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