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POLITICHE 2022: L'APPELLO

Le categorie al nuovo governo: «Il Paese è in affanno Cara Giorgia, subito testa all’emergenza»

Il mondo economico locale analizza il voto e avanza una richiesta comune: «Dal nuovo esecutivo misure contro i rincari o sarà una mazzata per tutti»

Giacomo Guglielmone

Email:

gguglielmone@laprovinciacr.it

28 Settembre 2022 - 05:00

Le categorie al nuovo governo: «Il Paese è in affanno Cara Giorgia, subito testa all’emergenza»

CREMONA - A poche ore dalla fine dello scrutinio, delineato l’esito della tornata elettorale, le associazioni che rappresentano le categorie economiche del territorio valutano la situazione e con lo sguardo rivolto alla formazione del nuovo esecutivo e alle priorità che scandiranno l’azione del prossimo Governo.

Riccardo Crotti (Libera Agricoltori)

CROTTI (LIBERA AGRICOLTORI)


«Il voto va sempre rispettato — è la premessa di Riccardo Crotti, presidente della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi e di Confagricoltura Lombardia —. Gli elettori si sono pronunciati e ora ci aspettiamo che si faccia velocemente un nuovo esecutivo. La necessità di averlo presto si deve all’urgenza che è in atto ed è sotto gli occhi di tutti: viviamo un momento drammatico dovuto all’aumento delle materie prime e, soprattutto, dei costi di gas ed elettricità. Abbiamo il bisogno urgente di un Governo che sia stabile perché i problemi del Paese sono enormi: le aziende faticano a stare sul mercato e a produrre, le famiglie faticano a sostenere il costo delle bollette. Abbiamo bisogno di una politica che risponda subito alle esigenze del Paese. Quanto all’agricoltura, ci aspettiamo un ministro che resti in carica a lungo: se teniamo conto di quelli che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni, vediamo che sono stati tanti e quando non c’è continuità il rischio è quello di perdere autorevolezza, soprattutto nei confronti dell’Unione europea. Noi abbiamo indicato, in dieci punti, le cose che servono. Non sto a ripeterle ma condenso tutto in un frase: è fondamentale che ci sia quanto prima un Governo che faccia ripartire il Paese, fermo da troppo tempo. E per farlo bisogna intervenire a livello economico».

Andrea Badioni (Confocommercio)

BADIONI (CONFCOMMERCIO)


Parte da una considerazione, il presidente di Confcommercio Andrea Badioni: «Ho il dente avvelenato con tutto il sistema politico italiano perché ha portato il Paese ad una instabilità che non era affatto necessaria: davvero inaccettabile una crisi di governo dopo quello che abbiamo appena passato dal punto di vista politico e sociale. Detto questo, i nostri candidati li abbiamo incontrati tutti e abbiamo indicato loro una road map per sostenere le imprese, a cominciare dal caro energia. Poi va ridisegnato il comparto dell’economia locale sottocasa, la piccola economia che aiuta tutti. E abbiamo chiesto che ci sia un’attenzione per il nostro territorio molto più forte di quella che c’è stata finora. Ognuno faccia valere al massimo la propria cremonesità e capisca che quello che stiamo facendo a Cremona è qualcosa di fatto bene, che va sviluppato: parlo dell’ospedale, parlo delle infrastrutture, delle strade, del Masterplan 3C. Abbiamo chiesto loro un impegno vero. Quanto alle priorità del nuovo Governo, credo che la prima cosa da fare sia mettere subito un tetto di spesa per l’energia, che impoverisce le energie e il sistema sociale più che quello economico. Poi bisogna affrontare la riforma del lavoro, intervenire sul cuneo fiscale, sostenere la nostra competitività a livello europeo. Questa maggioranza, così forte, può tradursi in un Governo in grado di operare con le mani più libere rispetto al precedente. Non ho la sfera di cristallo, ma le condizioni mi sembrano queste».

Berlino Tazza (Asvicom)

TAZZA (ASVICOM)


Secondo Berlino Tazza, presidente di Asvicom, «le elezioni hanno fornito una maggioranza apparentemente chiara in entrambe le camere e credo che questo sia sempre un dato positivo per quanto raro. Solo con un Parlamento in grado di prendere decisioni, infatti, si può evitare l’eccesso di frammentazione e di rivalità che molto spesso ha pregiudicato la possibilità di varare politiche nazionali efficaci. In merito alle priorità da affrontare, credo che vi siano urgenze oggettive e non differibili per il mondo delle imprese. I costi energetici sono cresciuti al punto da non essere più sostenibili. Nell’immediato occorre mettere un tetto al prezzo del gas e alla revisione dei meccanismi di individuazione del prezzo dell’elettricità sganciandolo dal gas. Le aziende devono essere messe nelle condizioni di lavorare in un contesto di costi fissi praticabili e propedeutici al proseguimento dell’attività d’impresa. C’è poi il problema della tenuta delle famiglie: il già risicato potere di acquisto deve essere preservato e, a lungo termine, serve pensare ad una riforma per ridurre la pressione fiscale. Conosco personalmente i candidati eletti nel territorio: Renato Ancorotti, grande imprenditore della cosmesi, e il deputato soncinese Silvana Comaroli. Carlo Cottarelli è una persona molto preparata, che conosce in modo approfondito le dinamiche economiche. Hanno tutte le qualità per fare bene e per portare beneficio alle tante aziende locali, chiamate a superare una fase critica insidiosa e di grande debolezza. La presenza in Parlamento di candidati così autorevoli, inoltre, può favorire la nostra partecipazione alle riforme contenute nel Pnrr che, in provincia, hanno trovato nel Masterplan 3C un condiviso strumento di realizzazione. Adesso è il momento di tradurlo in realtà».

Gaia Fortunati (Confesercenti)

FORTUNATI (CONFESERCENTI)


Ha un auspicio, Gaia Fortunati, presidente di Confesercenti: «Che per prima cosa il nuovo Governo affronti il tema del caro energia. Se non si interviene lì, già entro fine anno si arriverà alla chiusura di un certo numero attività economiche. Il primo nodo da affrontare è quello, anche tenendo conto del fatto che andiamo verso una stagione ‘peggiorativa’, se pensiamo che alberghi, ristoranti, le attività commerciali in generale, non potranno certo tenere i riscaldamenti spenti. Potremo abbassarli, ma non spegnerli. La spada di Damocle di queste bollette e di questi rincari incredibili metterà i crisi tante piccole e medie imprese e, a cascata, anche le industrie. Ho notato che già adesso non mi arrivano alcuni prodotti perché è stata fermata la produzione e causa costi elevati alcune industrie devono riconsiderare gli investimenti. Rischiamo un blocco del commercio e del turismo. Un fatto non indifferente. Quanto all’attività del nuovo Governo, credo che si debbano individuare pochi punti chiari e affrontarli velocemente. E il primo, lo ripeto, è quello legato ai costi dell’energia: inizia tutto da lì, a cominciare dall’inflazione, ed è lì che si sta bloccando tutto».

Marco Bressanelli (Libera Artigiani)

BRESSANELLI (LIBERA ARTIGIANI)


«Come Libera artigiani auspichiamo un percorso lineare, che si passi alla concretezza e in tempi rapidi si formi il Governo. Ovviamente l’Europa non si tocca: ci siamo resi conto in varie occasioni, dalla pandemia e ora con la crisi energetica, che dobbiamo stare nell’Unione, ma da protagonisti. Fare i dissidenti è sbagliato, bisogna, invece, lavorare per contribuire al cambiamento — è il messaggio chiaro di Marco Bressanelli, presidente della Libera Artigiani Crema —. In merito alla vittoria di Fratelli d’Italia, ritengo assurde le paure di un ritorno del Ventennio. Sono passati cento anni e penso che questa destra rappresenti un partito conservatore in chiave moderna. Mi auguro che lavori per sistemare le storture di un assistenzialismo che negli ultimi anni ha vissuto numerose contraddizioni, a partire dal reddito di cittadinanza; bisogna trasferire risorse alle imprese per creare lavoro per far crescere il Paese. Nel Cremasco e a livello provinciale tutto sommato siamo rappresentati e possiamo dire la nostra. Mi fa piacere avere dei riferimenti territoriali, che come imprenditori conosciamo bene. Ad Ancorotti diamo il merito di aver sempre creduto nel Cremasco, dove ha investito molto. Adesso aspettiamo le prime mosse del Governo: determinate promesse fatte in campagna elettorale non credo potranno essere mantenute. Ritengo che il nuovo esecutivo debba individuare le priorità a cui destinare le risorse, che sono limitate».

Massimo Rivoltini (Confartigianato)

RIVOLTINI (CONFARTIGIANATO)


«Dopo una campagna elettorale che non mi è piaciuta, basata sulla demonizzazione dell’avversario, una delle più brutte che abbia mai visto, il responso delle urne appare netto, chiaro. Chi avrà l’onere e l’onore di guidare l’esecutivo ha tutti i numeri per poterlo fare, con una maggioranza larghissima» è la prima considerazione del presidente di Confartigianato Cremona, Massimo Rivoltini. «Al di là delle problematiche che ci sono e che c’erano anche prima della guerra, spero che a questo punto si torni a parlare di lavoro e di impresa. Al di là del momento tragico, che imporrà una serie di misure di aiuto alle aziende e alle famiglie, credo sia necessario concentrarsi sull’impresa, vero motore di crescita del Paese. Bisogna fare in modo che la vocazione all’imprenditoria e al manifatturiero sia valorizzata. E allo stesso tempo si deve tornare a fare una politica che porti valore e potere d’acquisto alle famiglie, così da rimettere in moto un mercato sempre più in difficoltà, che valorizzi l’export e che intervenga sul fronte fiscale. A chi ha vinto le elezioni con questi numeri sia data la possibilità di fare le cose. Indipendentemente dalla collocazione politica, ci sono tre cremonesi in Parlamento: Cottarelli, Comaroli e Ancorotti, che è un imprenditore, una persona che conosce l’attività delle aziende perché la vive personalmente. Confido che, al di la dell’appartenenza partitica, ci sia tra loro un momento di coesione nell’interesse di Cremona». Rivoltini è ottimista quanto all’efficacia del futuro esecutivo: «Il fatto che si sia determinata una maggioranza così netta, farà in modo che si arrivi a scelte meno frutto di compromessi, che sono il risultato di alleanze raffazzonate. Chi governerà avrà più forza, più potere e un’ampia autonomia. Confidiamo anche in una formazione del Governo in tempi rapidi. Noi siamo abituati a misurare i politici sui programmi. Vogliamo sentir parlare di contenuti e chiediamo ascolto. Non siamo uomini di Governo ma chiediamo alle persone con la capacità e l’esperienza per guidare il Paese di essere ascoltati».

Marcello Parma (Cna)

PARMA (CNA)


Fa la sintesi del voto, il presidente di Cna Marcello Parma: «C’è la vittoria netta della Meloni e la mezza vittoria dei Cinque Stelle, che rispetto alle precedenti elezioni raggiungono circa il 50 per cento dei voti grazie a Giuseppe Conte, che ha una sua vita propria. Poi abbiamo due sconfitte: la prima è quella della Lega, che però sale sul carro dei vincitori; la seconda è quella del Pd, che è evidente ed è dovuta, a mio avviso, al fatto che l’operazione di rinnovamento che ci si aspettava non è riuscita. Se caliamo il tutto nella nostra provincia, trovo che le tre persone elette in Parlamento siano senz’altro all’altezza del compito, valide e preparate. Il professor Cottarelli è una persona di sicura affidabilità e pragmaticità, un grande conoscitore del nostro territorio; molto bene anche l’elezione di Ancorotti, che non ha certo bisogno di presentazioni e che a sua volta conosce bene il territorio, in particolare per quel che riguarda la sua parte operativa; positiva anche la rielezione della Comaroli, che in questi anni ha rappresentato bene il territorio. Tutti porteranno avanti le nostre istanze. Detto questo, sarà nostro compito vigilare sulle promesse fatte, tante. Sono ottimista anche sui tempi rapidi per arrivare al nuovo Governo».

Eugenio Marchesi (Botteghe del Centro)

MARCHESI (BOTTEGHE)


È fiducioso Eugenio Marchesi, presidente di Botteghe del Centro: «Anche se prima di esprimere un parere definitivo aspetterei la formazione del nuovo Governo, e di capire quale sarà la linea nei confronti dell’Europa. Sono fiducioso perché adesso c’è una maggioranza ampia, che non può essere messa in discussione. E questo dovrebbe dare stabilità. Quanto ai primi nodi da affrontare, direi la crisi energetica in primis, poi il sostegno alle aziende e il sostegno alle famiglie».

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