L'ANALISI
26 Settembre 2022 - 20:58
CREMA - Un successo pronosticato da più parti, ma non per questo scontato: fortemente voluto come candidato al Senato dalla leader nazionale, Giorgia Meloni, e da quella regionale, Daniela Santanché, alle quali è legato anche da un rapporto di amicizia che va al di là della politica, Renato Ancorotti rappresenterà in Senato Crema e il Cremasco, oltre a tutto il resto del collegio. Trascinato dal successo di Fratelli d’Italia a livello locale e non solo, l’imprenditore cremasco della cosmesi ha staccato senza patemi il pass per palazzo Madama.
Per lui sarà la prima volta da parlamentare: 66enne, originario di Crema, 38 anni fa ha intuito l’enorme potenziale del settore make up, in particolare della produzione conto terzi, e fondato la Gamma croma. Da allora è stato un crescendo, sino all’attuale Ancorotti cosmetics, azienda da 300 dipendenti e un fatturato stimato per il 2022 pari a 95 milioni di euro. La sede, dopo averlo riqualificato interamente, è nello storico ex stabilimento dell’Olivetti a Santa Maria. In passato Ancorotti aveva fatto politica a livello locale: l’esperienza da assessore alla Cultura nella giunta di centrodestra, guidata dal sindaco Bruno Bruttomesso (2007-2012), poi altri cinque anni da consigliere di minoranza con Forza Italia (2012-2017). Nel 2018 il passaggio a Fratelli d’Italia.
«All’epoca il partito valeva il 4%, di strada ne è stata fatta davvero tantissima — ricorda il neo senatore —. Sono ovviamente molto felice dell’esito del voto a livello personale e per il partito. Avere una buona posizione in lista in un buon collegio è stato decisivo. Ringrazio ancora Giorgia e Daniela di avermi voluto. Si può parlare di pronostico rispettato, ma aggiungerei che il risultato è andato anche oltre le aspettative. Il lavoro di Giorgia in questi anni è stato eccezionale. Mi è piaciuto molto il suo discorso della vittoria. Niente rivalsa, ma uno sguardo in avanti».
Giocoforza, Ancorotti dovrà ora lasciare da parte l’attività imprenditoriale: «Sono tranquillo: ci sono mia figlia Enrica e dirigenti capaci». Gli obiettivi per Roma: «Spero di potermi occupare di industria e imprenditoria, ma sono a disposizione. Sul made in Italy c’è tanto da fare: è un brand eccezionale. Con l’aiuto del un governo l’export può crescere. Mappiamo le eccellenze e mettiamo in rete anche le piccole aziende».
Nell’immediato, l’emergenza si chiama bolletta energetica: «I tempi per agire sono strettissimi. Lo scostamento di bilancio non è una bestemmia. Se un’azienda per stare in piedi ha bisogno di 100 mila euro, con 10 mila, prolunghi solo l’agonia. Bonus simili hanno il sapore del momento, ma non stabilizzano l’economia. Bisogna agire in prospettiva». L’aveva già sostenuto in campagna elettorale, Ancorotti; e lo ribadisce ora: il reddito di cittadinanza va rivisto. «Nessuno vuol lasciare indietro chi ha bisogno. Ma se ti offrono un impiego non lo puoi rifiutare per tenerti il sussidio. Lavoro e dignità, noi ci impegneremo per questo. Sui sottopagati si deve intervenire, ma ricordiamoci che ci sono contratti nazionali, leggi e controlli. Partiamo dal garantire il rispetto delle normative».
Poter contare su un governo che si annuncia stabile, secondo Ancorotti sarà decisivo. «Siamo reduci da un decennio o quasi di esecutivi sotto scacco, che dovevano continuare a fare concessioni. Il programma è concordato e se non saremo in grado di realizzarlo andremo a casa. Siamo per la democrazia, non siamo pericolosi, siamo dediti al nostro lavoro e da domani ci daremo da fare per il Paese. Lo abbiamo dimostrato da questa campagna elettorale, le azioni saranno in questa direzione». L’ultima battuta è per l’avversario principe di questa campagna, Carlo Cottarelli, economista in corsa con il Pd: «Ha dichiarato che Santanché aveva bisogno della mappa della provincia di Cremona, ma non si era accorto che lei ha già il navigatore ed è molto più avanti di lui».
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