L'ANALISI
SANITA' DEL TERRITORIO
25 Settembre 2022 - 05:20
Léquipe di Emodinamica dell’Asst di Crema
CREMA - Gli hanno salvato la vita con un intervento chirurgico all’avanguardia che ha utilizzato un device innovativo solitamente disponibile e utilizzato solo in centri ospedalieri d’eccellenza: un dispositivo di assistenza ventricolare chiamato Impella CP che consente di effettuare un’angioplastica coronarica, in un quadro di grave depressione della funzione cardiaca, ad alto rischio di insufficienza acuta fatale durante l’intervento.
Protagonista l’équipe di Emodinamica dell’Asst di Crema guidata da Michele Cacucci.
«Abbiamo portato a termine – chiarisce lo specialista – una rivascolarizzazione miocardica su un uomo di 65 anni con un quadro clinico compromesso e con una situazione cardiologica tanto grave da essere a rischio di complicanze fatali. Il paziente presentava una quasi totale occlusione del tronco comune e degli altri vasi, associata ad un quadro di vascolopatia calcifica e complessa delle carotidi e delle arterie destinate agli arti inferiori. Un caso simile, definito con l’acronimo Chip (Complex high risk indicated procedure/patient), richiede competenze tecniche e dispositivi di assistenza specifici».
Alla nuova tecnologia, messa a disposizione dall’Azienda, si è aggiunta la professionalità del personale medico e infermieristico della Cardiologia che ha permesso di stabilizzare i parametri clinici del 65enne, giunto in ospedale in condizioni drammatiche, in modo da fornirgli la possibilità di affrontare un intervento così delicato.
Fondamentale l’esperienza di oltre 21 anni in questo tipo di operazioni. Il dispositivo Impella prevede che una mini-turbina venga posizionata a livello cardiaco, tramite un catetere inserito per via percutanea attraverso le arterie della gamba. Ciò fornisce supporto a un cuore troppo debole, consentendogli così di sostenere un intervento di angioplastica coronarica.
«In questo caso particolare, vista la presenza di una severa patologia delle arterie degli arti inferiori, è stato necessario l’intervento dei chirurghi vascolari, che nella stessa sala di Emodinamica hanno isolato chirurgicamente in anestesia locale l’arteria femorale, permettendo l’introduzione del device in totale sicurezza» prosegue Cacucci.
In passato i pazienti CHIP non potevano essere curati visto l’elevato e quasi certo rischio di morte. Oggi, pur rimanendo alto il rischio di eventi fatali procedurali, a questi soggetti viene fornita una possibilità grazie al miglioramento delle tecniche e dei device di assistenza come l’Impella.
Il paziente, stabile, seguirà un percorso di riabilitazione e successivamente verrà sottoposto ai trattamenti necessari per risolvere il problema carotideo.
La procedura è stata eseguita dai medici emodinamisti (Cacucci, Marcello Marino, Paolo Valentini e Antonio Catanoso) e dai colleghi della Chirurgia vascolare (Luca Boccalon, Riccardo Pellegrino, Pierangelo Berticelli), con l’ausilio fondamentale del personale infermieristico di sala (Chiara Aresu, Elena Benelli, Tiziana Festari, Loretta Fornaroli, Massimo Ginelli, Raffaella Tolasi).
«L’Impella – conclude Cacucci – sarà permanentemente a disposizione della Cardiologia per il trattamento programmato di pazienti Chip, ma soprattutto la gestione di soggetti giunti in pronto soccorso in emergenza».
Il progetto era partito oltre un anno fa, supportato da Maurizio Landolina.
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