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Calderoli, affondo su strade e treni

Il senatore leghista: «L’autostrada Cr-Mn e il raddoppio ferroviario sono decisivi». E poi: «No allo stop delle auto con motore tradizionale dal 2035. E via il canone Rai»

La Provincia Redazione

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23 Settembre 2022 - 05:25

Calderoli, affondo su strade e treni

Il senatore Roberto Calderoli

CREMONA - Lo sprint finale della campagna elettorale leghista vede in prima linea il senatore Roberto Calderoli che si schiera a favore dell’autostrada Cremona-Mantova e del raddoppio della linea ferroviaria che collega le due città.

«Inaccettabile che un territorio così ricco di eccellenze del settore agroalimentare e non solo, così potenzialmente attrattivo per il turismo, con Cremona che è una città di primo livello, non abbia un adeguato supporto infrastrutturale. Nei giorni scorsi, nella mia visita ho toccato con mano questa realtà dalle potenzialità ancora inespresse. Servono collegamenti rapidi e efficaci. Non è possibile che da Cremona si possa arrivare a Mantova solo percorrendo 70 chilometri di strada provinciale che attraversa decine di paesi. L’autostrada e la ferrovia sono decisive».

Calderoli torna poi su due battaglie nazionali care al Carroccio, riportate all’attenzione mediatica in questi ultimi giorni prima del voto. «Abolire subito il canone Rai: è assurdo che un sistema radiotelevisivo che dovrebbe essere pubblico faccia 800 milioni di euro di introiti pubblicitari e in più abbia una risorsa pagata dai cittadini. Ancora di più è inappropriato il sistema con il quale il canone viene riscosso, inserendolo nella bolletta elettrica: è incostituzionale».

Altro provvedimento da prendere nell’immediato è quello della tutela del settore automotive italiano. In questo caso bisogna agire in Europa. «Va rivista la posizione dell’ Ue rispetto alla conversione del parco auto in produzione solo all’elettrico, che fissa al 2035 la data in cui non usciranno più dalle fabbriche veicoli con i motori tradizionali. Se andiamo avanti su in questa direzione ci faremo male da soli. L’automotive in Italia tira moltissimo, sia per il mercato interno sia per l’export, in particolare per la componentistica. Non sfruttare il know how e l’esperienza sul motore tradizionale del nostro Paese, sviluppando soluzioni sempre meno inquinanti, è sbagliato».

Infine, il costo dell’energia, da mesi ormai al centro dell’attenzione. «Subito aiuti alle imprese per 30 miliardi, con un scostamento di bilancio – conclude il senatore leghista – senza aspettare la formazione del nuovo governo, per il quale serviranno almeno 40 giorni. Il rincaro dell’energia ha raggiunto dimensioni insostenibili. Se non si prende questo provvedimento rischiamo di trovarci a breve con un conto da 100 miliardi, in quanto le aziende cominceranno a chiudere e ci sarà un massiccio ricorso alla cassa integrazione».

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