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Gelmini: «Avanti tutta la vita con Draghi»

Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, candidata al Senato per Azione-Italia Viva e al secondo posto del listino proporzionale, a Cremona per la campagna elettorale

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

17 Settembre 2022 - 19:57

Gelmini: «Avanti tutta la vita con Draghi»

Il ministro Maria Stella Gelmini (FotoLive/Paolo Cisi)

CREMONA - «Avanti con Draghi tutta la vita e anche se lui dovesse fare un passo indietro, avanti con Agenda Italia». Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini oggi a Cremona per la campagna elettorale.

Originaria di Leno (Bs), ma cremonese di studi — ha fatto il ginnasio al Manin —, Gelmini è candidata al Senato per Azione-Italia Viva al secondo posto del listino proporzionale. E oggi davanti a una cinquantina di persone al Teatro Monteverdi ha presentato il programma del cosiddetto Terzo polo, affiancata da Gabriel Fomiatti, candidato all’uninominale, da Giuseppe Foderaro, responsabile provinciale di Azione per Calenda e da Emanuele Bergamini, referente di Italia Viva.

«Ho avuto la fortuna e l’onore — ha sottolineato — di far parte del suo Governo e di vederlo all’opera e vi devo dire che Draghi è stato uno spettacolo».

Secondo Gelmini, non significa davvero no il «No» secco con cui venerdì in una conferenza stampa, Draghi ha risposto alla domanda se fosse disponibile a un secondo mandato: «Siamo in campagna elettorale, era la domanda di un giornalista: cosa altro avrebbe dovuto rispondere? È ovvio che non si può auto candidare a premier, è stata la risposta di un servitore dello Stato. Ma se ci fosse l’accordo dei partiti e la domanda arrivasse da Mattarella, non credo che direbbe di no».

L’accordo fra i partiti che prefigura Gelmini dovrebbe basarsi sulla condivisione delle priorità: «Non è più tempo di dividersi in opposte fazioni, dello scontro di ideologie. Rischiamo lo scontro sulle macerie del Paese. Invece è il momento che i partiti che condividono l’agenda si mettano intorno a un tavolo per continuare il lavoro di Draghi. Io dico che il Terzo polo è nato il 20 luglio, quando diverse forze politiche, fra le quali, mi spiace dirlo, anche Forza Italia, hanno deciso di mandare a casa il più illustre degli italiani, con una scelta scellerata. La contrapposizione fra Destra e Sinistra ha solo determinato conflitti, allontanando il Paese dai problemi reali».

gelmini

Il ministro Maria Stella Gelmini al Teatro Monteverdi ha presentato il programma del cosiddetto Terzo polo

E fra le priorità, Gelmini elenca la questione energetica. «La sinistra massimalista ha detto no a tutto. La nostra posizione, invece è di dire sì a tutte le opere necessarie. Occorre disboscare la burocrazia, semplificare le procedure per nuovi impianti e puntare anche sull’energia nucleare pulita. Serve un tetto del gas europeo e bisogna sganciare il prezzo dal gas da quello delle rinnovabili».

Altra emergenza sono i salari: «Invece di buttare i soldi nel Reddito di cittadinanza, diamolo a chi ne ha davvero bisogno e aiutiamo chi lavora diminuendo il cuneo fiscale».

C’è poi il capitolo Pnrr: «L’Europa dopo anni di errori ha finalmente deciso di mettere il debito in comune. Ma ora questo torna in discussione per la caduta del Governo. C’è un lavoro enorme da fare e non è che le scadenze aspettano. Inoltre c’è chi propone di rimetterlo in discussione. Ma il Pnrr è un contratto che abbiamo firmato con l’Europa, non possiamo essere i soliti cialtroni che prima firmano e poi si tirano indietro. Anche per questo serve Draghi e la sua autorevolezza in Europa. Guardate che il pericolo con Giorgia Meloni non è il ritorno al fascismo, ma il fatto che non conteremo più nulla nelle sedi europee dove invece dobbiamo esserci per difendere le nostre imprese e il Made in Italy e la nostra agricoltura. Saremo isolati. E lo vediamo già oggi con Fratelli d’Italia e Lega che si affannano a difendere l’ungherese Orban, un premier che è preoccupato perché secondo lui le donne studiano troppo. Sono uscita da Forza Italia proprio per questo, perché se non c’è più il partito atlantista, europeista e moderato, se strizza l’occhio alla Meloni, allora vuol dire che nel centrodestra il centro è evaporato e il baricentro si è spostato a destra».

Spazio anche per la Sanità: «Potenziare la medicina territoriale e anche qui la grande opportunità viene dal Pnrr. Che invece non può fare nulla sulla questione della scarsità di medici: occorre rivedere il numero chiuso». Sulla scuola, l’ex ministro alla partita rivendica il lavoro fatto: «Mi dipingono come quella che ha tagliato il 50%, ma i miei tagli si sono fermati all’8%. Ma ho perso la partita della comunicazione».

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