L'ANALISI
16 Settembre 2022 - 05:10
PIADENA - «Far apprezzare le cose belle che ci sono sul nostro territorio, rivolgendosi anzitutto alla gente del posto». Questo l’obbiettivo del progetto «Una grande idea per un piccolo paese» che oggi alle 20.30, nel giardino della chiesa della Motta (nella foto), a Vho, sarà illustrato nel dettaglio da Calisto Rech: una iniziativa per lanciare anche qui, senza particolari pretese ma con l’ambizione di valorizzare le peculiarità esistenti, il turismo di prossimità.
L’occasione è data dalla Festa della Motta, una due giorni organizzata dalla cooperativa La Famiglia, con il patrocinio del Comune di Piadena Drizzona, aperta ieri sera dalla recita di un rosario per la solennità della Madonna addolorata: una devozione molto antica che a Vho, nell’oratorio della Motta, è sempre stata presente con la celebrazione di una messa il 15 settembre. Dopo la ricostruzione ottocentesca della chiesetta, nell’abside venne collocato un affresco di Maria addolorata.
Rech ricorda che «le mamme del Vho, specialmente negli anni delle due guerre, vi accorrevano per chiedere e rendere grazie». E la Motta è anche un po’ il perno del progetto di Rech: «Dopo aver partecipato a un incontro dell’associazione Amici di Palazzo Te di Mantova, mi era venuta in mente la possibilità di individuare un percorso con alcune tappe, partendo dalla Motta per finire al cimitero passando dalla casa di riposo San Vincenzo, dalla sede de La Famiglia, dalle ex scuole, tutti luoghi ai quali sono legate piccole storie curiose. Il tutto con la possibilità di estendere il percorso a sud sino alla Cascina Belgiardino e ai Lagazzi, monumento naturale e sito palafitticolo riconosciuto dall’Unesco, e a nord al Campo Castellaro, sito di ritrovamenti archeologici dell’Età del Bronzo e al Mulino del Vho».
Rech spiega che i primi destinatari dell’idea sono i cittadini del paese e anticipa che «durante la serata verrà mostrato anche qualche spezzone del filmato di Giuseppe Morandi ‘El Vho’». La cooperativa La Famiglia, evidenzia Rech, «è l’ultimo baluardo del Vho, che non vuole impossessarsi di alcunché, parlando della Motta, ma conservare la memoria di un luogo caro ai locali».
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