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Scuola: di nuovo sui banchi, ma con cattedre vuote

La carica dei 43.543. Ripartono le lezioni, ma con orari ridotti per la mancanza di professori

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

12 Settembre 2022 - 05:30

Scuola: di nuovo sui banchi, ma con cattedre vuote

CREMONA - È un piccolo esercito quello che da questa mattina si ripresenterà in aula: 43.543 alunni dall’infanzia alle superiori sull’intero territorio provinciale. Di questo piccolo esercito 4.923 sono gli alunni dell’infanzia di cui 1.419 stranieri; 13.442 sono gli alunni alla primaria di cui 3.282 provenienti da paesi stranieri. Alle medie gli studenti sono 9.241 e di questi 2.135 non ha origini italiane. Il gruppo più numeroso è quello delle superiori con 15.937 iscritti di cui 2.329 stranieri.

Sono questi i dati forniti dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona. A Cremona città saranno 12.871 gli alunni che questa mattina risponderanno al suono della prima campanella, da questa cifra sono esclusi i bimbi dell’infanzia che hanno iniziato già da una settimana. A Crema la popolazione scolastica supera i 10 mila iscritti, mentre a Casalmaggiore fra primari e superiori gli alunni sono 2.541. Numeri a parte, il suono della prima campanella è uno dei pochi riti di passaggio che per quanto frammentato in mille possibilità, mille orari differenti segna la definitiva e inappellabile fine dell’estate e delle vacanze e il ritorno alla quotidianità per le famiglie cremonesi.

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L’anno scolastico 2022/2023 si apre sotto il segno dell’incertezza. La mancanza dei professori e del personale Ata costringerà molte scuole a riprendere, ma a ranghi ridotti, con un orario ridotto: quella che si apre è una settimana interlocutoria. I supplenti dovrebbero essere nominati da domani, se il sistema informatico ministeriale tornerà attivo, almeno così ha annunciato in una comunicazione il provveditore Filomena Bianco.

L’altra grande incognita è quella legata ai costi del riscaldamento, alla necessità di adeguarsi ai provvedimenti che il Governo prenderà per far fronte al caro energetico. Su questo versante i dirigenti scolastici attendono indicazioni, si naviga a vista, ma si temono restrizioni con cui bisognerà fare i conti. Decisamente tramontata sembra comunque l’ipotesi di un giorno da trascorrere in Dad che esce dall’orizzonte scolastico. E infatti passa decisamente in secondo piano l’emergenza al Covid, ma la cautela è comunque d’obbligo.

L’anno 2022/2023 dovrebbe segnare un ritorno alla normalità: basta distanziamento, basta mascherine, tutto come prima o quasi, salvo che i dati epidemiologici peggiorino e tornino a far paura.

«Si parte con entusiasmo e con le preoccupazioni che i media stanno mettendo in evidenza in questi giorni — spiega la preside del liceo Manin, Maria Grazia Nolli —. Dovremo iniziare con orario ridotto per la mancanza di alcuni professori sulle lingue straniere, italiano e matematica». Ma la vera sorpresa per gli studenti del Manin sarà «che abbiamo messo in cantina i 300 banchi a rotelle, rimettendo i banchi tradizionali — sottolinea la preside -. È un segnale di normalità che ci fa ben sperare e di cui tutta la comunità scolastica ha francamente bisogno. Non è un liberi tutti. Manterremo un minimo di distanziamento fra i banchi, ma ciò che abbiamo imparato in questi due anni è che certe accortezze possono essere mantenute. Poi vedremo come le cose procederanno. Le mascherine non sono più obbligatorie, ma se qualcuno si sente più sicuro potrà utilizzarle, senza alcun problema. Procediamo con cautela, vediamo come andranno i contagi e ci comporteremo poi di conseguenza».

Proprio tenendo conto del periodo pandemico la preside Nolli ha pensato «di mantenere le attività di socializzazione e laboratori espressivi per le classi prime - spiega la dirigente -. Attraverso esperti esterni i ragazzi di prima potranno conoscersi, socializzare, imparare a muoversi all’interno della nuova scuola. L’anno scorso adottammo questa strategia per il biennio dopo lo stop pandemico, abbiamo pensato di farlo anche quest’anno per i primini, in modo da rendere il passaggio guidato e non traumatico».

«Si riparte, noi abbiamo ancora in corso alcuni lavori, ma è tutto pronto — spiega Alberto Ferrari del liceo Aselli —. Come organico docenti aspettiamo le nomine, che ci auguriamo arrivino presto. Intanto suppliremo con i docenti in servizio. Le norme anti Covid restituiscono a questo anno scolastico una sua normalità, ho comunque mantenuto i tre ingressi differenziati, anche perché abbiamo una parte di studenti all’ex Beltrami e altre classi nell’ex Campi. Le norme fornite dal Ministero raccontano di un rientro all’insegna della normalità».

C’è chi è tornato sui banchi con anticipo. «Le classi prime hanno iniziato la settimana scorsa, abbiamo pensato a una serie di attività che permettono di fare gruppo e conoscersi - spiega Roberta Balzarini, preside del liceo Vida —. È un modo per accompagnare i ragazzi nella nuovo percorso di studi e fare in modo di aiutarli a iniziare e coltivare le relazioni. Sono accortezze importanti, soprattutto se teniamo conto che questa generazione arriva da anni veramente difficili, contrassegnati dall’azzeramento della normalità».

Simona Piperno, preside del Ghisleri, non ha dubbi: «Sarà un avvio d’anno ordinario, ma nella straordinarietà di problemi che si ripetono e mettono a dura prova il servizio offerto agli studenti — afferma —. La mancata convocazione dei precari è un problema non solo per le cattedre che rimangono vuote, ma anche per le eventuali sostituzioni in caso di assenze improvvise. Basta un nonnulla per mettere in crisi l’intera organizzazione e non si può continuare a navigare a vista in questo modo».

Paola Orini, dirigente del Galilei di Crema, afferma: «Mi manca il 20% dei docenti. Matematica, informatica e fisica sono le discipline che soffrono maggiormente. Non abbiamo tutti i docenti come si favoleggiava al Ministero. Inizieremo con orario ridotto, non tutti faranno le quattro ore di lezione. La speranza è che nel corso della settimana arrivino i supplenti se è vero che da domani partiranno le assegnazioni».

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