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L'EMERGENZA

Caro energia, maxi lavanderie in crisi: «Ospedali a rischio»

I numeri shock dell’impianto industriale di Parma che lavora per il Maggiore di Cremona: «Ogni giorno 2.400 chili di biancheria da lavare»

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

09 Settembre 2022 - 05:25

Caro energia, maxi lavanderie in crisi

CREMONA - Anche il settore delle grandi lavanderie industriali è in crisi e i maggiori costi per gas e luce – che da giugno 2021 a giugno 2022 sono stati pari al 600% – vanno ad incidere soprattutto sulle realtà che lavorano con aziende pubbliche, come gli ospedali.

A Cremona a svolgere il servizio lavanderia per il Maggiore è Servizi Italia, società con sede a Castellina di Soragna (Parma) quotata al segmento Euronext Star di Borsa italiana e leader nel settore dei servizi integrati di noleggio, lavaggio e sterilizzazione di materiali tessili e dispositivi medici. Attualmente fornisce alla struttura ospedaliera locale circa 2.400 chilogrammi al giorno di biancheria piana (lenzuola, traverse, copriletti, federe) e confezionata (pantaloni, casacche, camici) per sei volte a settimana. Il contratto in essere è stato stipulato nel 2019 e ha durata di cinque anni. Come tutti i contratti di questo tipo è bloccato, questo significa che l’ospedale cremonese paga le tariffe concordate a suo tempo nonostante l’incremento di costi.

servizi italia

Il direttore generale di Servizi Italia, Andrea Gozzi

Il direttore generale di Servizi Italia, Andrea Gozzi, non nasconde che c’è il rischio di possibili e numerosi fallimenti di molte imprese del settore. E questo, sottolinea, metterebbe a rischio anche il sistema sanitario nazionale che resterebbe senza il servizio di noleggio e lavaggio della biancheria e la fornitura dei kit sterili per le operazioni chirurgiche.

«I rimedi, seppure parziali, per aziende non vincolate alla pubblica utilità potrebbero essere fermare la produzione, richiedere la cassa integrazione o alzare i prezzi di vendita – spiega il dg –, ma per le aziende che operano con il servizio sanitario nazionale questo non è possibile: svolgono un servizio essenziale per la pubblica utilità con contratti pubblici i cui prezzi non sono modificabili. Le aziende come Servizi Italia, quindi, non possono fermare la produzione né alzare i prezzi».

Ecco allora che servono per forza di cose interventi dall’alto: «Occorre immediatamente individuare un provvedimento a livello governativo – dice Gozzi – che riconosca un adeguamento temporaneo dei prezzi e un contributo straordinario per la spesa energetica in eccesso rispetto alla situazione ante conflitto in Ucraina».


Servizi Italia, che ha generato nel 2021 ricavi consolidati pari a 256,7 milioni di euro e un Ebit consolidato di 1,2 milioni di euro, prevede intanto azioni di recupero dei margini, volte al riconoscimento da parte dei clienti di un ristoro con carattere di temporaneità per mitigare parzialmente l’importante aumento dei costi energetici. Il gruppo, nella strategia di medio periodo, pur nell’incertezza di una situazione derivante da un incremento dei costi energetici e delle materie prime che si presume possa perdurare anche oltre l’esercizio in corso, continuerà a lavorare alla ricerca di ottimizzazione ed efficienze.

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