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INCHIESTA SHOCK

Prostituzione minorile e pedopornografia: Crotti condannato a 5 anni e 6 mesi

Processato con rito abbreviato. La sentenza del gup è arrivata in mattinata Ssconto di un terzo sulla pena finale insieme all’altro sconto ottenuto grazie al risarcimento dei danni alle vittime

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

08 Settembre 2022 - 19:20

Prostituzione minorile: Crotti condannato a 5 anni e 6 mesi

Renato Crotti (nel riquadro) e il Palazzo di Giustizia di Brescia

BRESCIA - Accusato di prostituzione minorile e possesso di materiale pedopornografico, oggi è stato condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione Renato «Tato» Crotti, 56 anni, in carcere dal 22 ottobre di un anno fa.

La sentenza del gup, Angela Corvi, è arrivata nella mattinata di oggi. Crotti si è fatto processare con il rito abbreviato, ottenendo lo sconto di un terzo sulla pena finale insieme all’altro sconto ottenuto grazie al risarcimento dei danni alle vittime — all’epoca dei fatti minorenni — che alla prima udienza preliminare si erano costituite parte civile. E che, con il risarcimento, sono uscite dal processo. In carcere, Crotti ha intrapreso un percorso per curarsi.

Personaggio di spicco, l’insospettabile Crotti: collaboratore di Radio Antenna 5, emittente della diocesi di Crema, portavoce e addetto stampa dell’Amministrazione provinciale sotto la guida di Giuseppe Torchio, infine dipendente della Finarvedi e da qui allontanato — nell’estate del 2020 —dopo l’indagine sulla distrazione di quasi 300 mila euro donati dai cremonesi all’associazione Uniti per la provincia di Cremona, la onlus nata il 13 marzo del 2020 per la raccolta fondi in favore di ospedali e istituzioni in piena emergenza Covid. Onlus gestita dall’insospettabile Crotti che, attraverso il suo legale, ha già concordato un patteggiamento con la Procura di Cremona in sede di indagini preliminari. Il 10 novembre prossimo ci sarà l’udienza dal gip.

Indagando sul denaro dragato dal conto di Uniti per Cremona, la Guardia di Finanza di Cremona ha poi fatto luce sui lati bui del personaggio pubblico Crotti, l’insospettabile in giacca e cravatta sul «palcoscenico» della vita ufficiale, nell’ombra attratto dai ragazzini, per lo più sedicenni.

Adolescenti disposti per 5-10-20 euro a farsi il video o a fotografarsi nudi sotto la doccia, inviandogli il materiale su WhatsApp. Disposti ad incontrarlo in appartate zone industriali o in mezzo ai campi del Cremasco e dintorni. A volte, i ragazzini Crotti se li procacciava attraverso le vittime. Cercava gli «under». E «per ogni amico che portate, premio del 30% a chi lo porta», è scritto nelle carte dell’indagine.

Storia shock: se ne è occupata la Procura di Brescia, competente per questi reati. Un anno fa, il procuratore Francesco Prete ottenne dal gip, Matteo Grimaldi, di mandare in carcere Crotti, conosciuto in una certa cerchia di adolescenti come tipo «dalle strane fantasie sessuali» o «persona sessualmente malata». «Le voci circolavano nei bar».

L’indagine racconta che per «agganciare» i giovani, Crotti si era creato un falso profilo su Facebook. Sul social, era «Federica Banardi». Il secondo contatto avveniva su WhatsApp.

Non solo Facebook. Alle Fiamme Gialle, un ragazzo raccontò di aver trovato il contatto con Crotti su un sito internet di incontri: bakekaincontri.it. In particolare, nella sezione «uomo cerca uomo», il minorenne rispose all’annuncio con oggetto la ricerca di «ragazzi mercenari».

Nell’ordinanza di custodia cautelare che un anno fa mandò in carcere Crotti, il gip ha scritto di ragazzi che lo fecero per «goliardia». Per mettersi in tasca qualche banconota, assecondando «le strane fantasie sessuali» di quell’uomo che agli appuntamenti si presentava sul suo Suv. E con molto cash a disposizione. Anzi, «un malloppo di banconote», per dirla con uno di quei giovani un «malloppo estratto dal porta oggetti posizionato tra i due sedili anteriori».

«Federica Banardi» su Facebook, il sito di incontri bakekaincontri.it, ma anche «Roberto». È il falso nome con cui Crotti si presentò a due adolescenti. Ma un giorno, uno degli studenti lo riconobbe. Se lo trovò davanti in classe. Crotti ci andò come presidente del Rotary. E gettò la maschera, a sua insaputa. Come andò quel giorno, lo ha poi fatto mettere a verbale uno dei due ragazzi sentiti dalle Fiamme Gialle. A me che al mio amico ha sempre detto di chiamarsi Roberto, sviando ogni genere di informazione in merito all’attività lavorativa eventualmente svolta. Solo successivamente abbiamo saputo che si chiamava Renato».

Come? «Ricordo che frequentavo il quinto anno e con la mia classe partecipai ad un convegno scolastico al quale prese parte, se ricordo bene come presidente del Rotary Club Crema, nientemeno che Crotti Renato. Ricordo che il Crotti prese la parola e rivolse un discorso alla platea». Roberto era Renato.

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