L'ANALISI
SABATO NOTTE TRAGICO IN A21
05 Settembre 2022 - 08:57
Irene Zani e il punto dello schianto lungo l'autostrada A21
CREMONA - Quattro del mattino, A21, l’autostrada che collega Cremona a Brescia. Nel tratto rettilineo tra Pontevico e Manerbio, l’auto sbanda, si schianta contro il guard-rail. Al volante c’è un ragazzo di 21 anni. Ha bevuto. Al suo fianco, l’amica Irene. Lui rimane ferito, lei muore sul colpo. Aveva 17 anni, Irene Zani. Abitava a Leno, paese di più di 14 mila abitanti, nel Bresciano. Lo stesso in cui vive il 21enne arrestato con l’accusa di omicidio stradale: il giovane è risultato positivo all’alcoltest con un valore nel sangue di 1,12. Nel ritorno a casa, i ragazzi erano entrati al casello di Cremona, dopo aver trascorso la serata in discoteca. Nello schianto contro il guard-rail, la Renault Clio si è distrutta. Le cause sono al vaglio della polizia stradale di Montichiari. Il giovane potrebbe essersi distratto o potrebbe avere avuto un colpo di sonno riconducibile all’alcool. È atterrato l’elisoccorso del 118, inutilmente purtroppo. Irene era morta. Il 21enne, non grave, è stato ricoverato alla Poliambulanza di Brescia. Quando è arrivato l’esito dell’alcoltest, è stato piantonato in stato di arresto. Intorno alle 7.30 di ieri, l’A21 è stata riaperta al traffico. Sul posto anche i vigili del fuoco di Cremona.
Irene viveva a Leno con i genitori Alessandro e Simona e il fratello maggiore Dario. La comunità «è sconvolta, siamo vicini ai genitori, rimaniamo sgomenti e senza parole davanti a questi fatti che mai vorremmo accadessero», il commento della sindaca, Cristina Tedaldi, raccolto dal Corriere di Brescia. La tragica notizia è rimbalzata sui social: «Le parole sono tutte inutili… il dolore è estremo. Un forte abbraccio ai genitori per la loro terribile perdita». Irene Zani è la 51ª vittima della strada da inizio 2022. Numeri che allarmano anche perché quasi la metà delle vittime aveva meno di 35 anni. L’alcol, insieme alla distrazione e alla velocità, è una piaga delle stragi del sabato sera. «Aiutateci a fermare queste stragi», è l’accorato appello che le Forze dell’Ordine rilanciano ad ogni tragedia. Lo fanno attraverso i mass media, durante le lezioni di educazione stradale in classe.
Come quella in cui Federica Deledda, comandante provinciale della Polizia stradale, agli studenti del Ghisleri aveva detto: «Ogni volta che succede qualcosa, noi come istituzione ci chiediamo se, dove e quando abbiamo sbagliato. Quando io arrivo su un incidente stradale e trovo un ragazzo ferito o, peggio ancora, devo stendere un lenzuolo bianco, perché mi arrabbio molto? Qual è la sensazione che provo? Di ritardo. Sento di essere arrivata tardi per poter salvare una vita o tardi per togliere una patente». Sabato sera, la comandante Deledda è rientrata dalla Liguria dove ha fatto attività di educazione stradale con il pullman azzurro. Prima era stata a Bardolino e a Desenzano. La notte scorsa, la ‘sua’ pattuglia è andata in ausilio ai colleghi di Montichiari. C’è sconforto. Ogni appello sembra vano, ma «continueremo: promuovere condotte di guida virtuose è l’unica via insieme ai controlli».
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