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Cottarelli in tour: «Così ora possiamo ripartire»

L’economista volto del Pd a Crema con Bonaldi e Pagliari. Confronto con commercianti e categorie

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

02 Settembre 2022 - 16:32

Cottarelli in tour: «Così ora possiamo ripartire»

CREMA - Una mattinata passata ad ascoltare i problemi dei cremaschi: dalla questione sociale e di tutela dei fragili sollevata dai vertici Anffas, al caro energia, dalla necessità di snellire burocrazia e fisco, all’importanza di nuove politiche occupazionali che partano almeno da una revisione del Reddito di cittadinanza. Carlo Cottarelli, economista cremonese di fama internazionale, candidato di punta del Pd provinciale alle Politiche di domenica 25, ieri è stato in tour in città. Con lui, i due candidati cremaschi Dem: l’ex sindaco Stefania Bonaldi e l’imprenditore Giorgio Pagliari. Ad accompagnarli il consigliere regionale Matteo Piloni. A fine mattinata si è unito al gruppo anche il sindaco, Fabio Bergamaschi.

La visita all'Anffas

Concluso l’incontro in Anffas, Cottarelli si è spostato in centro storico. Una mezza «vasca», partendo da piazza Garibaldi e percorrendo a piedi via Mazzini sino a piazza Duomo. L’occasione per fermarsi a scambiare quattro chiacchiere con i cittadini, con Bonaldi e Piloni che lo hanno presentato ai cremaschi. Poi l’incontro, durato oltre un’ora, con diversi commercianti, in rappresentanza di varie categorie: dall’alimentare, all’abbigliamento, dalla ristorazione ai servizi per la casa. Una tavola rotonda informale al Caffè Marini di piazza Duomo. Pur nelle differenze, gli esercenti cremaschi vogliono semplificazione fiscale: «Qui nessuno chiede di non pagare il dovuto, ma non si possono passare ore al computer».

L'incontro con i commercianti

Poi aiuti per affrontare gli ostacoli burocratici, più attenzione ai piccoli centri urbani, e certezze per quanto riguarda i contratti di lavoro. La ricerca del personale, sempre più difficoltosa, specialmente per alcuni settori, è un altro problema sentito: «Il reddito di cittadinanza ha influito non poco. C’è chi preferisce stare a casa». L’aumento dei turisti ha portato benefici, ma gli operatori del settore ritengono che vadano potenziati i collegamenti infrastrutturali con le città vicine, specialmente Milano. Una cura del ferro e più pullman nei fine settimana. A peggiorare le cose è arrivata ora la crisi energetica, con i suoi enormi aggravi di costi.

Il tour in centro

«Speculazioni o cos’altro, sta di fatto che noi viviamo nell’incertezza su cosa faremo domani. In autunno che bollette avremo? Dovremo spegnere le vetrine? Potremo allestire le luminarie di Natale?». Questi alcuni dei dubbi che assillano i negozianti, messi sul piatto nella loro chiacchierata con Cottarelli, Pagliari e Bonaldi. «In merito al Reddito di cittadinanza è evidente che così non funzioni – ha spiegato Cottarelli –: nelle città più piccole il costo della vita è inferiore rispetto a una metropoli come Milano. Bisognerebbe tenerne conto, invece di garantire a tutti 780 euro. Di questa scelta hanno risentito anche i fondi destinati alle famiglie. In merito alla difficoltà di reperire personale, non dimentichiamo che il problema nasce anche dal calo demografico. Oggi il tasso di occupazione è a livelli massimi e dal 2019 alla fine del 2021 abbiamo perso 500 mila persone in età lavorativa».

L’incertezza sull’immediato futuro limita gli investimenti anche dei piccoli imprenditori: pandemia, guerra, crisi energetica. una contingenza massacrante. Un logorio continuo. «Credo sia evidente a tutti come la crisi di governo sia arrivata in un momento assolutamente sbagliato – ha proseguito Cottarelli, dialogando con gli esercenti –: siamo uno dei Paesi dove rimane più complicato pagare le tasse, e sui costi dell’energia alle stelle credo sia difficile che il problema si risolva in pochi mesi. Il governo ha emanato un decreto che obbliga le compagnie importatrici di gas a fornire un riassunto dei prezzi di importazione. Adesso i contratti sono diventati pubblici, anche grazie alla mia richiesta in merito. Il 40 per cento dell’elettricità è prodotto con rinnovabili, il cui costo non è aumentato. Nel contempo, per fermare l’escalation dei prezzi ci vuole un accordo europeo per sganciare il prezzo dell’elettricità da quello del gas. Altra soluzione a livello europeo potrebbe essere quella di fissare tetto al prezzo del gas, ma il rischio è che Putin non sia d’accordo. Teniamo però conto che anche alla Russia conviene vendere il proprio prodotto. Insomma, se in Europa restiamo uniti possiamo raggiungere l’obiettivo».

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