L'ANALISI
02 Settembre 2022 - 05:25
CREMONA - Quattro sindaci uniti per far fronte al caro bollette, che potrebbe mettere in ginocchio le amministrazioni comunali. Per questo hanno sottoscritto un appello accorato — o forse sarebbe meglio dire un grido d’allarme — affinché «la situazione dei Comuni venga messa sullo stesso piano di tutte le altre realtà». Chiedono «un confronto con le forze politiche impegnate nella campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre». A lanciare la proposta sono i primi cittadini Roberto Mariani (Stagno Lombardo), Michel Marchi (Gerre de’ Caprioli), Carlo Vezzini (Sesto Cremonese) e Diego Vairani (Soresina).
«Avanziamo una proposta di incontro a tutti i candidati dei collegi che coinvolgono la nostra provincia sul tema dei costi dell’energia. Con alcuni sindaci a novembre abbiamo proposto una mobilitazione degli enti locali cremonesi su questo tema, percependone la gravità e i drammatici riflessi sulle nostre amministrazioni, ma purtroppo questo grido di allarme è stato forse sottovalutato o snobbato, o magari etichettato come iniziativa di parte. Crediamo che questo debba essere un tema centrale della campagna elettorale. Il problema dei costi energetici è sicuramente importante e vitale per le aziende, per le attività produttive e per le famiglie, ma è un problema enorme anche per i Comuni. Basti pensare che a carico dei nostri bilanci vi sono i costi dell’illuminazione pubblica, del riscaldamento degli uffici comunali, delle scuole, dei centri sportivi, degli ambulatori medici, delle palestre, per non parlare poi delle ricadute sui servizi sociali che tali rincari hanno a seguito delle difficoltà che ingenerano nelle famiglie che appunto si rivolgono poi ai nostri servizi per richiedere sostegni».
Alcuni dati: «Per quanto riguarda l’energia elettrica gli aumenti hanno un aumento medio da luglio 2021, in una forbice che varia dal 200% al 300%, mentre per quanto riguarda i costi del gas l’aumento varia in una media ricompresa dal 80% al 100%. È vero che il governo ha stanziato, in base ad alcuni astrusi calcoli, dei ristori con due decreti, che ci consentono di coprire a malapena due bollette. Proprio per questo ci siamo trovati ad ingegnarci sul come fare a coprire questi costi.
Nella stragrande maggioranza dei casi abbiamo deciso di utilizzare i fondi derivanti dagli avanzi di amministrazione, fondi che potrebbero invece essere utilizzati per spese di investimento dei nostri paesi. È chiaro che operazioni del genere hanno il fiato corto. Sappiamo di certi Comuni hanno iniziato con lo spegnimento dell’illuminazione pubblica dalla mezzanotte e del riscaldamento nelle palestre, ma la domanda è: è questo che vogliamo veramente? Paventiamo due rischi concreti all’orizzonte se questo tema non diviene centrale».
Il primo: «Diversi sindaci potrebbero restituire le chiavi del Comune ai prefetti». Il secondo: «Nella prossima tornata amministrativa nessuno si metterà a disposizione per eventuali candidature». Conclusione: «Anche noi sindaci — assicura Mariani parlando per tutti — siamo disponibili a pubblicare bollette e fatture per far capire, come hanno fatto altri, che la situazione è insostenibile».
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