L'ANALISI
25 Agosto 2022 - 05:10
CREMONA - Mentre il livello del Po si attesta a -8,03, nonostante le piogge recentemente cadute in modo copioso, talvolta violento e distruttivo (fino a 150 mm) sull’intero territorio della Pianura Padana, la siccità permane e il livello di severità idrologica emerso al termine dell’ennesimo incontro stagionale dell’Osservatorio sugli Utilizzi Idrici nell’area distrettuale del fiume Po rimane ancorato al colore rosso che si traduce, più semplicemente, in uno scenario complessivo di severità ancora elevata.
Del resto il deficit pregresso, accumulato in svariati mesi senza alcuna precipitazione degna di particolare nota, ha creato un differenziale quasi incolmabile o comunque del tutto insufficiente a compensare, entro l’anno, le quote medie disponibili di risorsa idrica e, dunque, i pur immediati benefici all’indomani dei temporali dei giorni scorsi si sono velocemente esauriti. Certo le registrazioni nelle diverse stazioni di rilevazione lungo l’asta del Grande Fiume proiettano un quadro parzialmente rigenerato. Se si considera infatti la misurazione effettuata a Pontelagoscuro nel Delta alla fine del mese di luglio la quota non superava i 114 mc/s, mentre si è attestata a 540 mc/s subito dopo le ultime piogge (quindi ben sopra i 450 di portata minima storica) ed ora staziona abbastanza stabilmente attorno ai 400 mc/s; un dato che risulta essere rilevante e che consente di abbattere drasticamente la risalita delle acque salmastre.
Il cuneo salino alla foce è passato dai 38-40 chilometri di fine luglio ai 16-18 attuali verificati da Arpa sul Po di Pila e ai 18-20 sul Po di Goro, una lunghezza diminuita che, conseguentemente alle previsioni meteorologiche, che indicano pioggia nel prossimo weekend, dovrebbe rimanere confinato a circa 22-24 chilometri dalla costa Adriatica. Sul fronte Grandi Laghi alpini, le recenti piogge hanno consentito di aumentare, seppur sensibilmente, il livello di acqua invasata: il Lago di Como e quello di Iseo sono ancora prossimi ai limiti di regolazione, mentre il lago d’Idro è superiore alla quota di minimo invaso. Il lago Maggiore, dopo una immediata ripresa dei volumi, è nuovamente in vistoso calo con un riempimento al 19%, il Garda ha una percentuale al 28%.
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