L'ANALISI
I QUARTIERI TRA DEGRADO E PROTESTA
21 Agosto 2022 - 05:20
L'assessore Luca Zanacchi e uno scorcio del Parco del Po
CREMONA - La passerella sopra la pista ciclabile, per vari metri, ha tavole piazzate alla bell’e meglio a mo’ di staccionata, dopo il crollo di alcune barre laterali. Percorso inagibile, certo, ma la fettuccia bianca e rossa è a terra da giorni, da entrambi i lati. Pochi metri più avanti, sulla destra a fianco della pista e al centro della prima parte di parco, grandi cumuli di tronchi e rami cambiano il solito colpo d’occhio. Una distesa di rami sull’erba, ancora fradicia per l’ultima ondata di pioggia, ha trasformato i prati in un percorso ad ostacoli, almeno per chi corre o vuole svolgere le attività all’aperto che ogni giorno, da sempre, richiamano in quella porzione di città centinaia di persone di tutte le età. Più in la ci sono le voragini lasciate dagli alberi crollati, con le radici in vista, e i tronchi allineati uno sopra l’altro. Sono pronti per essere rimossi ma per ora, in più di una prospettiva, cambiano lo «skyline».
Al Parco al Po sembra che tutto si sia fermato alle ore successive la tromba d’aria del 4 luglio scorso. Durante le settimane torride che sono seguite, a parte l’accumulo di alcune montagnole di legname, e, da ultimo, l’attività di cippatura delle piante, che è in corso, è stato fatto poco e adesso che, passato il grande caldo, i cremonesi ritornano in quella porzione di verde pubblico, tutti i nodi vengono al pettine. L’amministrazione comunale è in prima linea su questa partita ma lo scenario è complesso e investe anche Regione e Governo.
Per quanto concerne gli interventi sulla parte vegetale — accumulare rami e tronchi, parti da sminuzzare meccanicamente (cippatura) e via di questo passo —, dopo la sosta di Ferragosto si dovrebbe arrivare a conclusione, come dimostrano i due cassoni di raccolta piazzati sotto strada, in via del Sale, in faccia al Bocciodromo, e, soprattutto, come spiega l’assessore comunale al Verde pubblico e allo Sport, Luca Zanacchi, che segue questa partita con grande attenzione fin dalle ore successive quelle in cui la tromba d’aria, 48 giorni fa, ha imperversato sulla città.
«Da lunedì ripartiranno i lavori sul verde e nelle stesse ore faremo il punto su tutto il resto degli interventi che servono per quel che concerne staccionate, giochi, segnaletica e arredi urbani. Sono interventi rilevanti e per affrontarli - continua Zanacchi - dobbiamo rivedere il piano di interventi in quel comparto e il relativo budget. I danni provocati dalla tromba d’aria del 4 luglio non sono stati di poco conto, come dimostra la decisione di Regione Lombardia di chiedere al Governo (il 2 agosto scorso) lo stato di emergenza di rilievo nazionale per i fatti del 4 luglio». Il Comune ha valutato i danni in due milioni e 100 mila euro; l’elenco e i relativi importi sono stati a suo tempo comunicati a Regione Lombardia nell’ambito della procedura per richiedere lo stato di emergenza, poi richiesto dalla Regione.
«A settembre riparte l’iter. Quanto ai tempi per un completo ritorno a una situazione ante 4 luglio, è tutto legato alle richieste fatte dalla Regione e all’iter gestito al ministero», conclude Zanacchi. Cremona la sua parte la sta facendo. C’è da augurarsi che altrove avvenga la stessa cosa e che la burocrazia, con i suoi tempi dilatati, non prenda il sopravvento.
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