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VERSO LE ELEZIONI

Pensionati, «Partito casalasco»

Grande ritorno nell’agone politico dell’ex senatore Boldrini che ha depositato il nuovo simbolo a Roma. «Pronto a fare la mia parte a difesa delle categorie più deboli, in corso trattative con diversi gruppi»

Andrea Setti

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asetti@laprovinciacr.it

14 Agosto 2022 - 11:20

Pensionati, «Partito casalasco»

Il senatore Boldrini e il simbolo del Partito Pensionati

CASALMAGGIORE (RONCADELLO) - «Questo simbolo me lo sento mio e questa volta è mio». Entusiasmo e determinazione nelle parole di Giacinto Boldrini, 82 anni, dal 1987 presidente del Partito dei Pensionati, che nei giorni scorsi ha depositato il simbolo per partecipare alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. «Rispetto a quello originario ho inserito sopra la parola ‘Pensionati’ la parola ‘Partito’ e, sotto, ‘al centro’ per significare la nostra collocazione, ovvero baricentrica fra destra e sinistra. Vedremo chi saprà cogliere l’opportunità di una collaborazione proficua».

RITORNO NELL'AGONE


Il Partito dei Pensionati, dunque, torna a pieno titolo nell’agone politico-elettorale dopo che nelle ultime tornate era stato sacrificato per candidare propri rappresentanti nelle file di Forza Italia. Da ricordare, infatti, che il segretario Carlo Fatuzzo e lo stesso Boldrini, che nel 2012-13 subentrò a Palazzo Madama al senatore Gianpiero Carlo Cantoni deceduto il 9 maggio del 2012, entrarono in Parlamento nelle liste azzurre portando comunque un significativo contributo in termini di voti.

ROTTURA CON FORZA ITALIA


Una coabitazione che, però, non durò a lungo nel caso di Boldrini che non aveva accettato alcuni comportamenti da lui ritenuti dei voltafaccia. «Allora c’era il Governo Monti e io rimasi nel gruppo forzista per nove mesi — ricorda il politico casalasco — prima di passare al Misto con il nome di Pensionati per divergenze con Forza Italia».

Quali ad esempio? «In quel periodo ci fu il terremoto in Emilia e quando si seppe delle prime vittime io feci la proposta ai colleghi di donare mille euro dell’indennità di quel mese per aiutare chi era maggiormente nel bisogno. A parole tutti mi dissero di essere d’accordo ma al momento del voto rimasi solo io a sostenere quell’impegno. Così decisi di uscire dal gruppo di Forza Italia. Quella sera mi telefonò anche Silvio Berlusconi per convincermi a tornare sui miei passi ma ormai la decisione l’avevo presa e passai al gruppo misto, questa volta con il nome di Pensionati». Un comportamento che certamente testimonia una forte personalità e un carattere per niente arrendevole.

SIMBOLO RINNOVATO


Quel partito che ha sempre avuto nel cuore ora è diventato tutto casalasco. Compreso il «ritocchino» nel simbolo introdotto da Boldrini. «Perché ho presentato il simbolo rinnovato? Perché ritengo che ci sia uno spazio importante — chiarisce Boldrini — e che dopo 35 anni di militanza ai vertici ci sia ancora bisogno di rappresentare gli interessi di milioni di italiani. Ma ho voluto portare qualche modifica per far capire che il partito è nuovo anche se sempre a difesa delle categorie più fragili».

TRATTATIVE IN CORSO


Voti che nei collegi «contendibili» potrebbero far comodo a parecchi gruppi per strappare anche per un soffio la vittoria sugli avversari. «Ho già incontrato a Montecitorio Ettore Rosato (coordinatore nazionale di Iv, ndr) ma è stato possibile raggiungere un accordo in quanto il patto con Azione di Carlo Calenda escludeva la presenza di altri simboli sulla scheda. Un colloquio molto franco nel corso del quale è stato comunque espresso un grande apprezzamento per il ritorno in campo dei Pensionati. Certamente sono in atto altri contatti che nel giro di poche ore dovrebbero portare a qualche soluzione».

A tale proposito Boldrini in queste ore è nella Capitale per una serie di consultazioni nei palazzi che contano. Sarà un Ferragosto molto intenso per vedere se il rinnovato Partito dei Pensionati potrà partecipare alle elezioni dopo aver depositato il simbolo. «Nel caso entrassimo in una coalizione non avremmo nemmeno bisogno di raccogliere le firme», chiosa il politico di Roncadello.

UN CASALASCO A ROMA?


Il Casalasco, dunque, potrebbe essere nuovamente rappresentato a livello parlamentare? «Presto per dirlo ma le possibilità ci sono tutte». Parola di Senatùr.

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