L'ANALISI
12 Agosto 2022 - 09:16
Massimiliano Salini
CREMONA - «In questo momento la mia permanenza in Forza Italia è fuori discussione. In futuro vediamo cosa accadrà, il contesto politico è fragile ma io resto fortemente ancorato al centrodestra».
Un centrodestra che, però, deve cambiare, deve diventare un grande cantiere aperto, come aveva annunciato due anni Silvio Berlusconi: «La storia ci sta costringendo a mettere in discussione gli steccati di questa area. Sono fortemente favorevole ad una rivisitazione costruttiva».
Quarantanove anni, il soresinese Massimiliano Salini, ex coordinatore regionale ‘azzurro’ nominato da Berlusconi quando nel partito era in auge Maria Stella Gelmini e scalzato con la ‘rivoluzione’ di Lucia Ronzulli, non seguirà, dunque, l’attuale ministro per gli affari regionali che, dopo lo schiaffo ricevuto, è approdata nel partito di Carlo Calenda. Spiega l’ex-presidente della Provincia di Cremona e attualmente deputato al Parlamento europeo per Forza Italia nel gruppo del Partito popolare europeo: «La collocazione alla quale non rinuncio è quella all’interno del Ppe. Desidero ricordare sempre che io esercito la mia funzione politica nel Parlamento europeo e sono nel gruppo del Ppe, il primo partito nell’emiciclo di Strasburgo. E da parlamentare europeo ritengo che la proposta più solida e l’agenda politica più affidabile in ordine ad una chiara e confortevole collocazione da protagonista del nostro Paese dentro l’Unione europea sia quella del Ppe che, pur con molti difetti da correggere, è il partito che sa meglio rilanciare le ragioni dello sviluppo economico, della centralità della persona, le ragioni collegate alle grandi sfide di carattere ambientale e geopolitico sullo scenario internazionale». Quanto all’evoluzione del panorama politico, Salini spiega che «fino a un mese e mezzo fa non avrei data per certa la vittoria del centrodestra. La discussione nell’ambito del centro e centrosinistra di queste ultime settimane ha prodotto come risultato il fatto che il centrodestra vincerà molto, molto bene. Il ‘rischio’ è che arrivi più vicino al 50 che al 40%. All’interno di quell’area diventa poi difficile capire come saranno distribuite le forze. Certo Fratelli d’Italia si giova del fatto che è l’unico partito rimasto fuori dalla grottesca discussione politica pre e post caduta del Governo Draghi».
Ieri, intanto, è nato il terzo polo con l’intesa raggiunta fra Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Calenda: «Nasce oggi per la prima volta un’alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi», ha scritto su twitter il leader di Azione. «Il loro problema — sottolinea Salini — è il consueto problema con Calenda: chi sarà il leader. Penso che sarà Calenda che però per questo dovrà pagare un prezzo che conosceremo solo alla fine. Si tratta comunque di un fatto politico nuovo il cui consenso potrebbe essere stimato intorno all’8%. A chi porterà via voti? Io penso che prenderanno consensi da tutti, ma il margine per uno spostamento di voti è molto basso. A settembre andrà a votare il 55-58% degli aventi diritto, non si arriverà al 60%. Chi andrà alle urne sarà, dunque, già molto convinto. Quando il nucleo dei votanti si riduce, si riducono anche i flussi da una parte all’altra. Comunque qualcosa si sposterà e parte dei voti al terzo polo arriveranno da elettori con solida collocazione a sinistra e ruberà qualcosa anche a destra. È un soggetto forte di una proposta economica molto chiara, ma la politica non si fa solo con le proposte economiche. È un ottimo inizio ma non è sufficiente, specialmente quando nel dibattito si mostrano posizioni altalenanti. L’affidabilità è invece la capacità di tenere nel tempo, nonostante i rovesci. E questa la ragione per cui non ho alcuna intenzione di lasciare l’ambito del centrodestra, nonostante tutte le voci che si rincorrono sui miei presunti spostamenti».
Ancorato al centrodestra, dunque, ma senza rinunciare a prendere le distanze quando la direzione intrapresa non lo convince: «Non sono innamorato della flat tax e di come è posto il tema pensioni. Sono fortemente orientato ad una proposta liberale che preveda la riduzione delle tasse, ma come contropartita preveda la copertura dei costi dei servizi».
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