L'ANALISI
08 Agosto 2022 - 05:15
CASALMAGGIORE - Più attenzione alla mobilità dolce a partire da una mappatura delle possibili o potenziali vie ciclabili del territorio provinciale in grado di collegare i tre centri principali e magari il territorio parmense. Questa la richiesta contenuta nella mozione che il consigliere Fabrizio Vappina, delegato all’Ambiente, ha inoltrato al presidente della Provincia, Mirko Signoroni. La richiesta è di «promuovere — in osservanza al Piano generale della mobilità ciclistica urbana ed extraurbana approvato dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile per il periodo 2022-2024 — l’integrazione a livello provinciale tra le reti ciclabili urbane, provinciali, intercomunali, vie verdi ciclabili».
Vappina propone al consiglio provinciale di votare affinché «impegni il presidente della Provincia di Cremona a promuovere ogni iniziativa utile per dare alla mobilità ciclistica e alla rete infrastrutturale ciclabile provinciale e locale il ruolo di fattore strategico, componente fondamentale della politica di sviluppo economico dei trasporti e della mobilità del territorio in particolare, nell’immediato, realizzando il monitoraggio delle reti ciclabili o ciclovie del territorio della provincia di Cremona in grado di collegare Cremona, Crema e Casalmaggiore e quelle in grado di collegare il territorio della provincia di Cremona con l’Emilia Romagna al fine di poter programmare interventi finanziabili tramite i fondi già stanziati e quelli che potranno essere reperiti mediante partecipazione a bandi».
«Sulla mobilità dolce — fa notare Vappina — si approvano bellissimi documenti e atti normativi a cui faticosamente si vede dar concreta attuazione. Nell'attività amministrativa molto difficilmente si riesce a far rientrare la voce di spesa per supportare questo tipo di mobilità. Bisogna ribadire in ogni sede politica e amministrativa che trovare risorse e idee per questo tipo di mobilità è, oltre che un dovere giuridico, anche un affare in termini economici. Inoltre occorre cercare di evitare il rischio che nella prossima progettazione delle infrastrutture viabilistiche ci si scordi di questo Piano Generale della mobilità ciclistica che non è un elenco di sogni della Fiab, ma un atto normativo vincolante». Il consigliere aggiunge che la mappatura «potrà servire per i redigere progetti per partecipare a bandi o da far presente nel caso di progettazione di nuove infrastrutture».
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