L'ANALISI
DALLA CRISI ALLE URNE
01 Agosto 2022 - 20:44
Enrico Letta e Stefania Bonaldi
CREMA - Stefania Bonaldi in corsa alle Politiche: l’ufficializzazione della candidatura dell’ex sindaco di Crema sembra essere questione di giorni. Se è vero che due indizi fanno una prova, entrambi i segnali decisivi sono arrivati ieri pomeriggio per bocca del segretario del Partito democratico, Enrico Letta, durante la relazione seguita all’incontro con i primi cittadini dem al Nazareno. Il primo: «Avrei voluto che ci fossero i vostri visi sulle liste del Pd alle Politiche, sarebbe stato un fortissimo segnale per tutto il Paese, perché l’Italia è prima di tutto l’Italia dei Comuni. Purtroppo ciò non è possibile a causa della scadenza anticipata del Governo».
Tradotto: Bonaldi, che ha ceduto la fascia tricolore lo scorso 26 giugno, ha un netto vantaggio competitivo sui colleghi attualmente in carica. Il secondo: quello «Stefania» pronunciato da Letta con tono confidenziale e affettuoso di fronte alla platea degli amministratori. Perché Bonaldi è stata l’unica ad essere nominata esplicitamente dal segretario, che, nel sintetizzare le otto proposte programmatiche elaborate dal gruppo dei primi cittadini, si è voluto riferire direttamente al piano sulla Salute illustrato proprio dall’avvocato di Crema.
La stessa Bonaldi, pur senza svelare le sue carte, non fa mistero delle proprie chance: «Suona un po’ paradossale, ma il fatto che il mio mandato sia scaduto rappresenta una condizione di favore in ottica candidatura. Ritengo tuttavia discriminante la norma che definisce il termine dei 180 giorni per i sindaci dei comuni sopra i 20 mila abitanti: in questo modo chi volesse candidarsi alle Politiche sarebbe costretto rinunciare al ruolo di primo cittadino». E poi: «Il segretario Letta mi ha nominata direttamente? Perché ho avuto l’onore di presentare, a nome dei sindaci dem, uno dei punti salienti della bozza di programma. Il clima, nel corso di questi incontri ormai abituali, è sempre molto disinvolto».
Bonaldi entra anche nel merito dei contenuti degli otto capisaldi messi nero su bianco dagli amministratori del Pd invitati all’incontro. A partire, appunto, dal capitolo Salute: «La pandemia ci ha dimostrato ancora una volta il valore della Sanità pubblica e la necessità di tornare a farne uno dei pilastri fondamentali per la coesione sociale e la crescita dell’Italia. È il pubblico che deve garantire il diritto alla prevenzione e alla cura, in ogni parte del Paese, dalle aree interne alle comunità montane e fino ai grandi centri urbani. Serve inoltre un nuovo modello nazionale, in accordo con le Regioni, per ricostruire e rafforzare la sanità territoriale sul modello previsto dal Pnrr, ma con risorse molto più ingenti. Va attuato un piano straordinario di incremento dei numeri, coinvolgendo nel processo formativo tutta la rete ospedaliera italiana e, soprattutto, una vera riforma delle professioni sanitarie, che dia a questi straordinari professionisti la possibilità di qualificarsi ulteriormente, di ampliare i propri mansionari e di ricevere livelli di retribuzioni coerenti con la loro professionalità».
Le altre colonne della «ricetta» dei sindaci dem sono: la transizione ecologica per l’innovazione dei processi produttivi e dei sistemi urbani e per la competitività del sistema produttivo; il contrasto all’emergenza abitativa per permettere alle famiglie in difficoltà di emanciparsi dalla povertà e dare un futuro migliore ai propri figli; il trasporto pubblico gratuito per la fascia dei giovani e per la terza età in abbinata a investimenti nelle rete ferroviaria; la sburocratizzazione e il decentramento decisionale; lo sviluppo diffuso nei comuni più piccoli, nelle aree interne e di montagna; la sicurezza urbana per il miglioramento della qualità della vita attraverso il rafforzamento delle Polizie locali e il potenziamento delle reti di videosorveglianza; un nuovo patto tra Stato ed enti locali per un Sostegno strutturale alla gestione dei nidi. Su questo punto Letta, nel corso della sua relazione, non si è risparmiato una stoccata in chiave elettorale: «Giorgia Meloni si riempie la bocca di asili nido, eppure le sue amministrazioni sono quelle che li chiudono. Questa è una contraddizione tipica della destra populista».
Letta, nel suo intervento, ha sottolineato: «Noi corriamo per vincere, non per partecipare. Lo facciamo coi temi giusti, i programmi giusti, le idee giuste. E ovviamente con delle alleanze che siano quelle giuste. Ho appena fatto un appello a tutti coloro con cui stiamo discutendo, abbiamo una grande responsabilità: non far sì che in Italia le destre sovraniste finiscano per prendere il testimone di Draghi, sarebbe una contraddizione stridente. Tutti abbiamo la responsabilità di evitare questo scenario».
E ha aggiunto: «Noi vogliamo costruire nelle prossime ore una coalizione, spero la più larga e coerente possibile, per far sì che il nostro Paese possa raccontare la continuità con un periodo virtuoso». Inevitabile il messaggio indirizzato al leader di Azione, Carlo Calenda: «Incontriamoci: patti chiari e amicizia lunga. Abbiamo la responsabilità di fare un accordo per un’alternativa alla destra».
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