L'ANALISI
02 Agosto 2022 - 05:25
CREMONA - Gli studenti cremonesi sono tra i più bravi della Lombardia. E non soltanto per il gran numero di 100, come emerso nei giorni scorsi. Pochissimi quelli che si sono diplomati con il voto minimo, il 60, solo il 4%; oltre la metà ha conseguito una votazione tra il 71 e il 90; secondi soltanto ai lodigiani quelli che hanno ottenuto un 100, la massima valutazione (7,6%) e al top per quel che riguarda i 100 e lode (2,6%).
Dati che non sorprendono affatto i presidi, che sottolineano la qualità delle scuole cremonesi e rivendicano valutazioni più che obiettive da parte delle commissioni interne. «Al nostro liceo non ci sono professori indulgenti, ve lo garantisco», afferma con determinazione Maria Grazia Nolli, dirigente scolastico del Manin. «Il dato non deve stupire perché i piccoli centri come il nostro, si avvalgono di scuole di eccellenza tanto per cominciare. E poi perché le famiglie sono ancora molto attente all’istruzione. Elemento che, unito ad un impegno altissimo da parte dei professori, porta all’eccellenza. Al Manin, in realtà, abbiamo registrato un leggero calo dei 100 rispetto all’anno scorso, perché in sede di maturità, nel 2021, si era tenuto conto molto del fattore Dad. Quest’anno siamo tornati quasi alla normalità e quindi anche ad un atteggiamento valutativo più in linea con l’ordinarietà».
«Non siamo una scuola da grandi numeri - continua - e quindi i ragazzi sono seguiti particolarmente bene e abbiamo creato una collaborazione scuola famiglia che porta ancora ad un percorso formativo significativo. Le commissioni interne sicuramente sono più avvantaggiate nel valutare complessivamente la storia scolastica degli alunni nella loro interezza. Per altro, una valutazione complessiva è stata proprio voluta e richiesta da un’ordinanza ministeriale. Molti pensano erroneamente che le commissioni interne siano più indulgenti, ma non è affatto così, anzi. I docenti sono più rigorosi proprio perché conoscono bene i ragazzi e quindi sono in grado meglio di chiunque altro, di valutarne coerentemente il rendimento».
Sulla stessa linea Alberto Ferrari dirigente scolastico del liceo Aselli: «Non sono stupito di questi risultati, anche se i dati dovrebbero essere confrontati ed incrociati, per essere più completi, con quelli delle prove Invalsi che sono a livello nazionale. Giusto per completezza. Credo comunque che, come un po’ dappertutto, le commissioni interne abbiano favorito la valorizzazione dei percorsi completi e giustamente. I professori hanno seguito i ragazzi durante tutto l’anno scolastico e conoscendoli, hanno potuto valorizzare le eccellenze del quinquennio. Sarebbe interessante anche avere un confronto tra i risultati delle scuole statali e non statali. Dopo due anni difficili a causa della pandemia, quest’anno gli esami di maturità sono tornati praticamente alla normalità. Soprattutto perché sono tornati gli scritti, che valutano in maniera più completa i candidati. La sola prova orale era riduttiva».
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