L'ANALISI
28 Luglio 2022 - 18:46
Periti in azione sulla Citroen della coppia
CREMA - Nessuna traccia che sia riconducibile a Mauro Pamiro, tanto meno sangue. «Anche il test del dna ha confermato che il materiale biologico rivenuto è della moglie» ha chiarito oggi Mario Palmieri, legale di Debora Stella. Questo il responso dell’esame dei reperti biologici trovati lunedì sera nell’abitazione di via Biondini 29, ai Sabbioni. Qui il professore viveva con la moglie, l’unica indagata —«un atto dovuto» — di omicidio volontario dal pm Davide Rocco, che aveva chiesto l’archiviazione, non subito accolta dal gip su istanza dei genitori di Pamiro.
Il 44enne docente di informatica all’istituto Galilei con la passione per la musica, era stato trovato senza vita la mattina del 29 giugno di due anni fa ai piedi di una palazzina in costruzione, nel cantiere edile in via don Primo Mazzolari, a circa 200 metri dal villetta di via Biondini. A passare al setaccio l’abitazione con il luminol erano stati il biologo Pasquale Linarello e il chimico forense Oscar Ghizzoni, i periti incaricati dal gip, Giulia Masci. Alle 19, insieme all’esperto Marzio Capra, incaricato dagli avvocati Antonino Andronico e Gian Luigi Tizzoni, legali dei genitori di Pamiro, erano entrati nella villetta, uscendo poi poco prima delle 22.
Oltre alla casa avevano controllato anche il garage. Non essendoci tracce ematiche o di altro materiale biologico riconducibile a Pamiro, sembra evidente che nell’abitazione non vi siano stati episodi di violenza. Ciò smonterebbe la tesi dell’ingegner Franco, il padre di Pamiro, che ha sempre sostenuto che suo figlio non sia caduto dal tetto della palazzina in costruzione, ma ci sia stato portato a braccia dopo che era morto a casa. Lo stesso genitore lunedì aveva espresso forti dubbi che, dopo quasi 25 mesi dal ritrovamento del cadavere, nell’abitazione potessero essere ancora trovate delle tracce «Per me questa sera è quasi una missione impossibile – aveva sottolineato –: è troppo tardi. Siamo nelle mani di Dio».
Pamiro aveva mostrato le foto della villetta al momento del sopralluogo della polizia, subito dopo il ritrovamento del cadavere. Immagini dove sembra ci sia stato un litigio. Le stanze sono a soqquadro. «Mauro potrebbe essere caduto in casa, magari un volo dal secondo piano, picchiando la schiena contro una fioriera che è sparita – aveva spiegato –: mio figlio non è mai andato in quel cantiere. Dalle immagini delle telecamere si vede mio figlio che a piedi supera l’area e prosegue oltre».
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