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LA SANITÀ CHE FUNZIONA

Cardiologia di Crema all'avanguardia con un nuovo tipo di pacemaker

Su 400 impianti effettuati nell’ultimo anno all’ospedale Maggiore, almeno una quarantina sono stati fatti con questa tecnica innovativa

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

28 Luglio 2022 - 05:20

Cardiologia di Crema all'avanguardia con un nuovo tipo di pacemaker

CREMA - Una nuova tecnologia, un nuovo tipo di pacemaker che fa della Cardiologia di Crema un centro all’avanguardia. Invece di stimolare direttamente il muscolo cardiaco, il dispositivo agisce sul fascio di His. Questo significa dire addio al rischio di peggioramento della funzione di pompa del cuore, che può verificarsi soprattutto nei pazienti con una funzione dell’organo già ridotta. Su 400 impianti di pacemaker cardiaco effettuati nell’ultimo anno all’ospedale Maggiore, almeno una quarantina sono stati fatti con questa tecnica innovativa.

Il team del laboratorio di Elettrofisiologia e Stimolazione cardiaca è guidato da Enrico Chieffo. Con lui i colleghi Sabato D’Amore, Valentina De Regibus, Cinzia Dossena e Laura Frigerio. Una struttura annessa alla Cardiologia diretta da Michele Cacucci. «Numerose patologie cardiache possono rendere necessario l’impianto di un pacemaker – chiarisce Chieffo –: la stimolazione tradizionale è diretta al muscolo cardiaco e non sfrutta la fisiologica via di conduzione del cuore determinando una contrazione asincrona delle camere cardiache con possibile peggioramento dell’efficienza del muscolo. Con il nuovo metodo, invece, ripristiniamo la conduzione fisiologica dell’impulso elettrico. Un punto di svolta nell’ambito della stimolazione cardiaca, ma è ancora poco diffuso a causa della sua complessità».

Questo intervento può essere effettuato anche nel 5-10% dei pazienti candidati ad impianto di pacemaker biventricolare, laddove per motivi anatomici non sia possibile impiantare un elettrodo ventricolare nel sistema venoso del ventricolo sinistro. «Bisognerà poi sottoporre i pazienti ai periodici controlli post impianto – prosegue Chieffo – ma si esclude quello che invece oggi accade in una percentuale di casi che hanno un peggioramento nella conduzione di pompa del cuore, perché viene stimolato il muscolo e non il sistema».

Al momento, la stimolazione del fascio di His viene riservata ai pazienti della cardiologia del Maggiore che possono correre questo rischio, ma la tecnica innovativa è destinata a interessare sempre più impianti. «Ci siamo da tempo interessati a questa metodica – conclude Chieffo – e abbiamo effettuato numerosi interventi permettendo di ripristinare la fisiologica attivazione elettrica del cuore in tutti quei pazienti che presentavano disturbi di conduzione ed una funzione di pompa ridotta».

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