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NELLA MORSA DELLA SICCITÀ

Lungo il deserto del Po ecco il cranio di bisonte

Ritrovato a Gerre de’ Caprioli e consegnato al Museo paleontropologico di San Daniele. Il Grande Fiume a -8,57, con una portata di 172 metri cubi al secondo. E laghi al minimo

Elisa Calamari

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24 Luglio 2022 - 05:05

Lungo il deserto del Po ecco il cranio di bisonte

Il reperto

CREMONA - Livello del fiume Po stabile a -8,57 metri e portata ancora molto scarsa: 172 metri cubi al secondo. Per questo l’Osservatorio permanente sulle crisi idriche dell’Autorità distrettuale, riunito l’altro ieri, ha parlato di «severità alta su tutto il distretto» in quanto «persiste l’assenza di precipitazioni significative con temperature in costante aumento, ben oltre i valori di riferimento del periodo». É stato spiegato inoltre che la riserva disponibile nei grandi laghi è in costante diminuzione, con lago di Como e lago d’Idro che sono pari ai limiti di regolazione, mentre il lago Maggiore ha un riempimento solo del 16% e un livello di -19 centimetri all’idrometro di Sesto Calende. Anche il Garda è in diminuzione, con un riempimento sceso al 33%.


In un quadro generale sempre più drammatico, in primis per l’agricoltura, la siccità continua però anche a fare registrare ritrovamenti storici d’eccellenza. Dopo le palafitte di Calvatone e le piroghe di Isola Dovarese (che saranno presentate martedì nel corso di un incontro con la Soprintendenza) arriva notizia di un cranio di bisonte delle steppe ritrovato a Gerre de’ Caprioli nei pressi della panchina gigante. Pubblicate sul profilo Facebook di VisitCremona, le immagini rendono l’idea dell’importanza dell’ultimo ritrovamento. Il reperto è appena stato consegnato al Museo paleontropologico del Po di San Daniele, che provvederà come da prassi a segnalarlo alla Soprindentenza. E il piccolo paese cremonese può così vantare un primato di tutto rispetto, annunciato dal sindaco Davide Persico: «Il museo di San Daniele diventa l’ente museale con la più vasta collezione di fossili padani appartenenti a questa specie al mondo».


Simone Ravara, direttore del museo stesso, spiega: «La specie si è estinta con l’ultima glaciazione e a San Daniele abbiamo numerosi reperti riconducibili ad essa. Come mai così tanti ritrovamenti in zona? Intanto perché parliamo di un animale con ossa massicce e che quindi si sono conservate più a lungo, ma che allo stesso tempo risultano anche più visibili a chi si imbatte nei reperti. E poi la specie era davvero numerosa, parliamo di centinaia di migliaia di esemplari. Non ho ancora visto dal vivo il cranio, ma mi sembra che lo stato di conservazione sia buono». Il bisonte delle steppe (Bison priscus) era alto fino a due metri e lungo quasi tre, raggiungeva un peso tra i 700 e i 900 chilogrammi.

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