Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

L'EMERGENZA IDRICA

Siccità, nei campi «arsi» l’ira dei soncinesi: «Qui un disastro»

L’agricoltore ultraottantenne Mario Grazioli: «Mai visto nulla di simile»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

22 Luglio 2022 - 11:53

Siccità, nei campi «arsi» l’ira dei soncinesi: «Qui un disastro»

L'agricoltore di Soncino, Mario Grazioli, mostra i danni della siccità sul mais

SONCINO - Chi è del mestiere lo chiama Comprensorio Zona Nord Est e di fatto si tratta di più di 190 ettari che storicamente, donano prodotti di eccellente qualità, mais in primis, grazie alla roggia Chigaluzza. A vederla oggi non ci si crede: fontanile e fossi sono asciutti, gran parte dei campi arsi. C’è chi, come Mario Grazioli, agricoltore ultraottantenne, un’istituzione nel Cremonese, resta senza parole: «Faccio questo lavoro da sessant’anni. Non avevo mai visto nulla di paragonabile».

Mario Vezzoli tra i campi di mais del Comprensorio Zona Nord Est a Soncino

A un tiro di schioppo i campi dei colleghi e amici Mario Vezzoli ed Eugenia Grazioli che dipingono lo stesso quadro dalle tinte fosche: «Siamo partiti molto male, siamo arrivati al traguardo pure peggio. Siamo di fronte a un disastro e dichiarare oggi lo Stato di Calamità è assolutamente inefficace. Avrebbe avuto senso farlo ad aprile, quando già dubbi non potevano essercene». Poi l’appello comune di tutti gli imprenditori locali che, ci tengono a ribadirlo, sono solo l'esempio di una situazione generalizzata: «Forse oggi, se non ci fosse stato oscurantismo e cattiva informazione in materia di biotecnologia, non ci troveremmo in questa situazione. C’è chi cerca il ‘Bio’, credendolo garanzia assoluta di qualità, ignorando il fatto che importiamo prodotti cosiddetti Ogm ma ci è vietato produrne. Assurdità burocratiche».

Una veduta dall’alto dei campi arsi del Comprensorio Zona Nord Est, che da sempre dona prodotti di qualità


Ma più delle parole e degli appelli, che spesso sembrano andarsene col poco vento che tira, valgono i gesti. Grazioli osserva esterrefatto e sconsolato una pannocchia di quelle che ce l’hanno fatta. Ma è ancora lattiginosa, indigeribile per le vacche e ancor più per i suini, figuriamoci per gli esseri umani. Non ha preso abbastanza acqua, la si sarebbe dovuta bagnare fino almeno al 5 di agosto. Il commento di un altro agricoltore della zona, di passaggio, atterrito: «Ormai siamo costretti a trinciare al venti di luglio. Per la nostra storia e professionalità è praticamente una bestemmia». Mediamente, nel Soncinese, i danni stimati sulla produzione viaggiano dal 20 al 70%. C’è però chi, senza arrotondare, ha perso il 100%.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400