L'ANALISI
16 Luglio 2022 - 09:25
Alessandro Bettoni, presidente del consorzio irriguo Dunas (Dugali, Naviglio, Adda e Serio)
CREMONA - Attesa di ora in ora per tutta la giornata di ieri, alla fine la notizia che avrebbe fatto tirare un sospiro di sollievo agli agricoltori cremonesi non è arrivata. Si spera nella giornata di oggi, ma l’orologio corre. E Alessandro Bettoni (Consorzio Bonifica Dunas) ripete il suo appello a nome di tutti i Consorzi irrigui: «Le società idroelettriche non sospendano l’attività nel weekend, ma proseguano a ‘turbinare’ dagli invasi alpini l’acqua, in modo che questa poi arrivi ai laghi e sia quindi possibile il rilascio per alimentare la rete dei canali di irrigazione. Proprio su questo argomento — spiega Bettoni — siamo intervenuti in Commissione Agricoltura della Lombardia, presieduta da Ruggero Invernizzi (Forza Italia), e anche grazie al consigliere cremonese Matteo Piloni (Pd), abbiamo stilato un documento in cui invitiamo la Regione a intercedere presso le società idroelettriche perché usino l’acqua degli invasi anche nel fine settimana».
E ieri mattina l’assessore regionale a Enti Locali e Montagna, il valtellinese Massimo Sertori, ha incontrato i gestori degli impianti: avrebbero dato la loro disponibilità di massima ma per averne conferma si aspetta oggi.
«Finora — spiega Bettoni — abbiamo garantito le portate minime per consentire il prelievo dell’acqua per usi irrigui, ma i laghi hanno raggiunto il livello minimo consentito (40 centimetri sotto lo zero igrometrico per il lago di Como che oggi è a -38 e 22 per Iseo, ndr) e il timore è che non sia più possibile assicurare le attuali portate, già notevolmente ridotte, per i prossimi 10 giorni, quando inizierà il taglio della prima semina del mais. Si rischia di vanificare gli sforzi fatti finora per salvare almeno una parte del raccolto. E c’è preoccupazione in particolare per il fine settimana, dal momento che gli invasi idroelettrici solitamente il sabato e la domenica non producono energia elettrica e quindi non sversano acqua a valle». Da qui l’appello ad alzare il livello dei laghi: «Questo ci consentirebbe di guadagnare una settimana decisiva — spiega ancora Bettoni —. In caso contrario, sarà impossibile rifornire i canali e irrigare i campi. La captazione sotto al 50% ci costringerebbe a interrompere definitivamente il flusso». Sul tema anche una call con il presidente della Provincia, Mirko Signoroni, che «ha preso atto della richiesta di interfacciarsi con la Regione».
«Sia chiaro — spiega Bettoni — che i canali al 50% non sono sufficienti all’irrigazione. E bisogna cominciare già a pensare anche al prossimo anno. Usiamo questa esperienza come uno stimolo. Ci sono zone della provincia dove la scarsità di acqua crea criticità immediate e occorre intervenire celermente con pozzi o opere infrastrutturali. Ma noi siamo arrivati a questo punto per via delle scarse nevicate. E questo dato non lo si sa all’ultimo minuto, ma è noto da tempo, da gennaio almeno. È chiaro che quindi il prossimo anno serve una deroga al Deflusso minimo vitale: lasciamo l’acqua nei laghi, a fare da serbatoio. Invece questo ci è impedito dal fatto che la normativa europea ci obbliga a comportamenti che hanno contribuito alla criticità. Sul deflusso minimo vitale sarà necessaria un’azione di sistema».
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