L'ANALISI
11 Luglio 2022 - 05:15
Un gruppo di giovani turiste nel «Peach Point» della Pro loco
CREMA - Aumentare le strutture ricettive e sprovincializzarsi per arrivare a compiere quel salto di qualità nell’offerta, che potrebbe aiutare lo sviluppo del turismo in città. Sono questi, secondo Vincenzo Cappelli, presidente della Pro loco, i due obiettivi principali da raggiungere nel breve-medio periodo.
Crema sta attirando sempre più visitatori, soprattutto ora che le restrizioni dettate dalla pandemia sono state allentate, e proprio per questo deve saper cogliere l’occasione per accelerare la sua internazionalizzazione.
«Se a giugno avevamo in media 50 presenze al giorno in città – spiega Cappelli — da questo mese sono saliti a 90 i turisti che passano dal nostro ufficio di piazza Duomo. Crema seguita ad attirare giovani, in particolare sulla scorta del successo del film «Call me by your name» del regista Luca Guadagnino, che negli Stati Uniti sta andando ancora moltissimo. Ma non solo. Ormai siamo una tappa per chi si sposta da una grande città all’altra».
La Pro loco accoglie e assiste questo costante flusso turistico, ma secondo Cappelli c’è bisogno che lo faccia anche tutta la città. «Abbiamo pochi posti negli alberghi e nei pochi bed & breakfast — afferma il presidente – e questo può rappresentare un limite, perché le presenze in città quasi sempre non si limitano a un giorno. Ci sarebbe bisogno di più posti letto».
L’argomento non è nuovo. Le poche strutture ricettive fanno sempre registrare il tutto esaurito, anche per via di chi è in città per motivi di lavoro. I turisti faticano a trovare posto. Ecco allora che la proposta del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, fatta proprio nei giorni scorsi al sindaco Fabio Bergamaschi di finanziare l’apertura di una rete di ostelli nei centri minori, come Crema appunto, sembra cadere a fagiolo.
«Aprire un ostello in città – commenta Cappelli – sarebbe un’ottima idea. Di più non aggiungo, anche perché tocca agli amministratori comunali prendere in esame questa proposta».
Tra le idee in merito all’aumento della ricettività turistica, ma non solo, l’anno scorso era stata avanzata quella di trasformare l’edificio principale della ex scuola di Cl in un albergo low cost, sul modello dei Formule 1, degli Ibis o degli Etap Hotel francesi. Se ci fosse l’investitore, si potrebbe raggiungere un doppio obiettivo: colmare una lacuna e cancellare una ferita urbanistica all’ingresso della città.
Per ingranare la sesta marcia, secondo Cappelli, servirebbe anche la partecipazione dei pubblici esercenti, dei ristoratori e dei commercianti. Come? Valorizzando i prodotti locali e comunicando meglio coi turisti stranieri.
«Tempo fa – conclude Cappelli – avevo proposto che i ristoranti cittadini, soprattutto quelli del centro, esponessero menu in italiano, inglese e francese, in modo da facilitare i turisti nella scelta. Soltanto uno finora lo ha fatto (Al Domm di via XX Settembre, ndr). Oltre a ciò, sarebbe bello se anche all’aperitivo si offrisse un assaggio di specialità cremasche, cosa a cui i turisti tengono molto. Puntando sulle nostre specificità, potremmo avvicinare anche il turismo di giornata, attirando magari gente da Milano, visto che col raddoppio della Paullese il capoluogo è ormai a 25 minuti di distanza».
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