L'ANALISI
ESTORSIONE AGGRAVATA
10 Luglio 2022 - 17:52
CREMONA - Si terrà il 15 settembre prossimo, in Corte d’Appello a Brescia, il processo bis nei confronti di Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona e dal 2019 di Coldiretti Lombardia, in primo grado condannato dal gup, Elisa Mombelli, (rito abbreviato) per estorsione aggravata a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Secondo l’accusa, nel 2015 il presidente Voltini avrebbe costretto due dipendenti «sgraditi», perché assunti dalla precedente gestione, a firmare le proprie dimissioni in una stanza senza né poter uscire né poter telefonare, sotto la minaccia di aver creato un ipotetico ‘buco’ di 800 mila euro, di essere trascinati in Tribunale e di avere terra bruciata attorno. Si tratta di Ersilio Colombo, quotato venditore di macchine agricole, e del suo capo diretto, il dirigente Paolo Ferrari, parti civili nel processo, assistiti dagli avvocati Luigi Lupinacci e Luca Matteo Vinciguerra.
Nel primo grado di giudizio, Voltini, difeso dagli avvocati Luca Deantoni e Alessio D’Amato, era stato condannato all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e alla sospensione dalle sue cariche: la pena accessoria scatterà in caso di sentenza definitiva. E a risarcire i dipendenti con 20 mila euro ciascuno (una provvisionale). La sentenza è stata impugnata dallo stesso Voltini, al pari di Tullo Soregaroli, suo braccio destro, lui condannato a 3 anni e 4 mesi solo in relazione alle dimissioni di Colombo. Difeso dagli avvocati Alberto Gnocchi e Fabio Sbravati, Soregaroli era stato invece assolto «per non aver commesso il fatto» nel caso Ferrari: non era presente all’incontro.
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