L'ANALISI
CREMONA: CONSORZIO AGRARIO
08 Febbraio 2022 - 18:09
Paolo Voltini, presidente del Consorzio Agrario e di Coldiretti
CREMONA - Un capo «spregiudicato nel perseguimento dei propri fini» raggiunti attraverso «una programmata rimozione in blocco» dei dipendenti sgraditi, perché assunti dalla precedente gestione. Una ‘pulizia interna’ , «un vero e proprio spoyl sistem» attuato con «metodi illeciti». I metodi: dipendenti convocati in una stanza, costretti, di punto in bianco, a firmare le proprie dimissioni sotto la minaccia di essere trascinati in Tribunale per aver causato un «generico» buco da 800 mila euro, minacciati «pesantemente» di far terra bruciata attorno a loro, di rovinare loro la carriera, di «cagionare danni alle loro famiglie». Dipendenti a cui ha impedito, in quella stanza, di fare una telefonata al proprio legale. E di poter uscire, parandosi davanti alla porta.
Il capo, non uno qualsiasi: Paolo Voltini, presidente del Consorzio Agrario, di Coldiretti Cremona, Coldiretti Lombardia. Uno che ha collezionato molte altre cariche. Il «più forte» contro i «più deboli» e, quindi, in grado di «ridurne fortemente la capacità di autodeterminazione». Lo scrive il gup, Elisa Mombelli, nelle 60 pagine (fronte e retro) di motivazione della sentenza di condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione aggravata del presidente Voltini e a risarcire con 20 mila euro (una provvisionale immediatamente esecutiva) tra danno patrimoniale turbamento psichico ed emotivo, causati a Paolo Ferrari e ad Ersilio Colombo, all’epoca dei fatti, il 2015, l’uno responsabile, l’altro venditore della divisione macchine, ritenuti attendibili (parti civili nel processo con gli avvocati Luca Vinciguerra e Luigi Lupinacci).
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