L'ANALISI
28 Giugno 2022 - 12:00
I Dg Mara Azzi e Giuseppe Rossi e il sindaco Bongiovanni
CASALMAGGIORE - Accolti con i fischietti al loro ingresso nel palazzo municipale. Il flash mob organizzato da Rive Gauche si è manifestato con i sibili di protesta contro i «ripetuti» tagli della sanità casalasco-viadanese nei confronti di Mara Azzi, direttore generale dell’Asst di Mantova, Giuseppe Rossi, direttore generale dell’Asst di Cremona, Salvatore Mannino, direttore generale dell’Ats Valpadana, e Rosario Canino, direttore sanitario dell’Asst di Cremona.
Poi tutti in sala consigliare per ascoltare le risposte alle tante domande che da mesi si aspetta il territorio nel consiglio comunale richiesto dal gruppo di minoranza Cnc.
Dopo l’excursus storico del sindaco Filippo Bongiovanni, la parola è passata a Mario Daina (Cnc) che ha introdotto le tematiche della serata.
«Questo è un territorio abbandonato a se stesso — ha esordito Daina —. Siamo sempre stati attenti alle tematiche sanitarie, perché quotidianamente ci confrontiamo con i cittadini e perché una buona sanità si riflette positivamente sul tutto il territorio: quando l’Oglio Po va bene anche il territorio va bene, quando va male, va male anche il territorio».
Il centrosinistra del territorio sì è spesso mobilitato a difesa dell’ospedale con gruppi di lavoro su più fronti.
«Per questo — ha proseguito Daina — abbiamo l’impressione che si stia navigando a vista. Adesso, in questa sala, vogliamo capire la direzione che prenderà il territorio, vanno sciolti i nodi politici, considerando anche la recente riforma sanitaria regionale in cui il pubblico soccombe al privato. Vi chiediamo di essere garanti della sanità del territorio. Per questo abbiamo preparato un questionario con alcune domande».
Un banco di prova per i dirigenti sanitari, a cui, principalmente, ha risposto la Azzi, spiegando la situazione in cui si trova ora il Distretto socio sanitario Oglio Po.
Per esempio «per la nomina del direttore del Distretto stiamo aspettando il bando regionale, ma Boscaini e Burato sono già attivi sul territorio da tempo. Inoltre sarà garantita l’autonomia finanziaria e l’integrazione sarà finalizzata all’integrazione e alla valorizzazione dei servizi delle risorse».
Insomma la «sfida» è partita: da una parte le esigenze del territorio che si sente trascurato e penalizzato, dall’altra la creazione di un Distretto a scavalco tra due Asst che «costringe» alla mediazione tra Regione e territori decentrati senza penalizzare una serie di servizi sanitari fondamentali.
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