L'ANALISI
26 Giugno 2022 - 05:10
Una protesta per i tagli all’ospedale Oglio Po davanti al Pirellone
CASALMAGGIORE - «Non possiamo assolutamente accettare questa situazione, è nostro diritto farci curare nel nostro ospedale. Pochi posti letto e senza la presenza di cardiologi nelle ore serali e feriali equivale, in pratica, a una quasi chiusura della cardiologia, reparto fondamentale per il nostro presidio ospedaliero, un reparto che ha sempre funzionato per il meglio e punto di riferimento per i cardiopatici del territorio Oglio Po». Gloria Barili, segretaria del circolo «Rive Gauche» casalasco-piadenese lancia l’allarme e invita alla mobilitazione in vista del consiglio comunale di domani alle 19 quando i vertici sanitari illustreranno il futuro della sanità di zona.
«I primi di giugno i 14 posti letto in Cardiologia dell’Oglio Po sono passati a 4, più uno di osservazione, e dopo solo due settimane l’intenzione dei vertici di Asst Cremona era di sospendere anche quelli. All’ultimo momento un ripensamento, probabilmente — aggiunge la Barili — grazie alle pressioni che sono state fatte. La situazione rimane comunque grave e preoccupante perché sono stati mantenuti posti letto comunque insufficienti per il nostro bacino d’utenza, ma sono state sospese le guardie mediche cardiologiche dopo le 20 e i festivi. Cosa accadrà a chi, con problemi cardiaci, si rivolgerà al pronto soccorso nelle ore serali o nei festivi? E quando i 5 posti letto saranno al completo? In entrambe le situazioni i pazienti verranno indirizzati direttamente a Cremona o al Poma a Mantova».
Il quadro non è certo confortante. «Le motivazioni di Asst Cremona sono sempre le stesse e cioè che mancano i medici. Ne siamo consapevoli perché si tratta di una situazione nazionale. Ma allora perché l’azienda non fidelizza quelli che già ci sono invece di farseli scappare? Con le politiche aziendali di questi ultimi anni i medici che lavorano in Oglio Po e anche al Maggiore a Cremona se ne vanno». Rispetto alla Cardiologia di Vicomoscano, alcuni medici in pensione si sono offerti di rientrare e coprire turni. «Perché l’Asst non si avvale ancora di queste figure? Ridimensionamenti, tagli ed esternalizzazioni vengono comunicati dai vertici ai dipendenti all’ultimo momento e agli utenti a cose già fatte, in modo che nessuno si possa mettere di traverso. Ricordiamo loro che i cittadini che chiedono una sanità pubblica che funzioni e che venga rispettato il diritto alla cura, sono gli stessi contribuenti che pagano loro lauti stipendi e ai quali dovrebbero rendere conto».
La segretaria Barili ricorda come l’Oglio Po abbia «già perso il reparto di ginecologia nonostante gli impegni presi dall’azienda a seguito della chiusura del punto nascite. Conferma arrivata, tra l’altro, la scorsa settimana dopo l’approvazione del Poas regionale. Avevano assicurato ginecologi e ostetriche disponibili h24 per seguire le gravide sino al momento del parto al Maggiore invece hanno iniziato a ridurre gli orari di apertura del reparto serali e festivi, poi a sospende gli interventi e ora la chiusura. Cosa accadrà, di questo passo, al nostro ospedale?».
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