L'ANALISI
28 Giugno 2022 - 05:25
Il neo sindaco Fabio Bergamaschi
CREMA - Alle 15,30 di ieri, il neo sindaco Fabio Bergamaschi si è seduto per la prima volta sulla poltrona dell’ufficio che si affaccia su piazza Duomo, scranno che per dieci anni è stato di Stefania Bonaldi. Un ambiente che gli è assolutamente familiare, avendo vissuto spalla a spalla con chi lo ha preceduto per due mandati, in qualità di assessore ai Lavori pubblici.
Oggi alle 10,30 in aula degli Ostaggi è prevista la proclamazione. Tappa successiva la convocazione del primo consiglio, entro massimo 20 giorni da oggi, dove il sindaco giurerà, verranno convalidati i consiglieri eletti e Bergamaschi presenterà la sua giunta.
Inoltre si dovrà eleggere il presidente dell’aula, al primo scrutinio con almeno i quattro quinti dei voti, al secondo si scenderà ai tre quinti.
A proposito delle scelte di giunta, Bergamaschi ha sottolineato in campagna elettorale che saranno decisioni che prenderà personalmente, senza influenze da parte dei partiti e delle liste civiche che lo hanno sostenuto. Dovrà necessariamente tenere conto di alcune regole. Innanzitutto la parità di genere. In giunta la metà degli assessori dovranno essere donne. Poi c’è la volontà di dare ascolto agli elettori, dunque premiare chi ha fatto incetta di preferenze. Il tutto senza dimenticare le competenze. Sembra scontato che al fianco del neo sindaco ci possa essere Cinzia Fontana, già al Bilancio e Pianificazione territoriale con Bonaldi. Le 341 preferenze rafforzano ulteriormente la sua posizione.
Una continuità in un ruolo tecnico, ma anche politico, fondamentale, con l’aggiunta della carica di vicesindaco.
Altro nome che viene dato per certo è quello di Giorgio Cardile, 29enne capolista di Crema Lab – il gruppo dell’innovazione fortemente sostenuto da Bonaldi – capace di portare a casa 218 preferenze (il secondo assoluto) alla sua prima campagna elettorale. Per lui calza a pennello l’assessorato alle Politiche giovanili – nel 2017 era stato presidente della neonata consulta comunale degli under 30 –: ma solo questo incarico avrebbe forse un peso relativo. Dietro l’angolo ci sarebbe il Welfare, che ne farebbe a tutti gli effetti l’erede di Michele Gennuso, di cui era stato il Delfino proprio in occasione della nascita della consulta dei giovani.
Da queste due certezze, una conferma e una novità assoluta, potrebbe partire il sindaco, che ovviamente per ora non si sbottona.
Sul resto della giunta il toto nomi impazza, con una serie di candidati che, per un motivo o per l’altro potrebbero essere assolutamente adeguati. «Una sana concorrenza» come si usa dire in gergo sportivo, che mette in difficoltà l’allenatore, ovvero il sindaco, ma che alla fine è un bene per la squadra, in questo caso la città. Qualche nome: Attilio Galmozzi innanzitutto, a cui Bergamaschi deve l’endorsement non scontato della prima ora.
«PRIMA LA COMPETENZA»
A novembre scorso o giù di lì, saputo che il collega di giunta si sarebbe candidato a sindaco, Galmozzi, che già aveva dichiarato la propria disponibilità a mettersi in gioco, fece prontamente un passo indietro, appoggiando Bergamaschi senza se e senza ma. Non ci fu nemmeno l’ipotesi di indire le primarie del centrosinistra.
A livello di preferenze il medico del Pronto soccorso è andato bene, con 163 voti. Lavoro e scuola sono gli assessorati che ha guidato negli ultimi cinque anni.
Sul versante Pd, partito di riferimento della coalizione e dello stesso sindaco, ci sono molti altri nomi spendibili. Jacopo Bassi in primis, premiato dal voto (157 preferenze), il capogruppo uscente potrebbe ambire legittimamente ad un ruolo in giunta.
Come seconda donna, c’è il segretario cremasco Manuela Piloni. Senza dimenticare l’assessore uscente alla Cultura Emanuela Nichetti.
L’elenco degli elementi di peso, vuoi per l’esperienza maturata negli anni, vuoi per i voti ottenuti non è finito: a sinistra, con la civica Crema aperta, c’è l’apporto Franco Bordo. Più al «C’entro», ogni riferimento alla lista è puramente voluto, va tenuto in considerazione anche il gran lavoro, in termini di presenza e di stretto contatto con l’elettorato dell’assessore uscente all’Ambiente Matteo Gramignoli.
Altra donna con delle chance, seppur non eletta in consiglio, è Debora Soccini, anch’essa nella lista Crema al C’entro. La sensazione però è che Bergamaschi voglia dare più di un segnale di discontinuità. «Ora in giunta ci sarà un ricambio – le sue parole di domenica notte, pochi minuti dopo la vittoria –: non sono per il giovanilismo, ma per la valorizzazione delle competenze».
PRESIDENTE-OPPOSITORE?
Infine, la scelta del presidente del consiglio comunale: Bergamaschi potrebbe lasciare l’incarico alla minoranza. Un segnale di trasparenza e di disponibilità al dialogo. Se così fosse, si fa il nome di Simone Beretta, unico candidato sindaco tra i quattro sconfitti al primo turno, che siederà in consiglio comunale. A Bergamaschi ha fatto sicuramente comodo la scelta di Beretta di non schierarsi al fianco di Maurizio Borghetti e del centrodestra, pur provenendo dalla stessa area politica, ma di proporre una propria civica. Ancora di più la decisione, alla vigilia del ballottaggio, di inviare un messaggio via Whatsapp ai suoi candidati di lista. Beretta ha esplicitamente invitato a votare Bergamaschi, nel nome di una continuità amministrativa che dà più certezze per la città. Certo le alternative nella maggioranza non mancano, a partire dal presidente uscente Gianluca Giossi.
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