L'ANALISI
27 Giugno 2022 - 00:50
CREMA - Il sobbalzo di gioia incrina il suo abituale aplomb quando l’orologio segna le 23,27: Fabio Bergamaschi — nell’applauso dei sostenitori, innescato dal padre nobile del Pd cremasco Agostino Alloni — si abbandona a un gesto di esultanza, prima di ritrovare il sorriso ampio e confidente che lo ha accompagnato lungo l’intero tragitto della campagna elettorale. Dopo dieci anni alla guida del comparto Lavori pubblici del Comune, il 37enne del Pergoletto è sindaco di Crema. I cittadini lo hanno eletto a larghissima maggioranza.
«È un’emozione molto forte — dice Bergamaschi subito dopo l’investitura —. Voglio esprimere prima di tutto la mia gratitudine nei confronti dei cittadini, che hanno riconfermato la fiducia già accordata al primo turno. Ci siamo confrontati con un centrodestra che non ha desistito, guidato da una figura importante per questa città come Maurizio Borghetti. È stata veramente una bella partita e l’abbiamo giocata fino in fondo. Sono felice anche per il modo in cui siamo arrivati a questo risultato, concentrandoci sulla nostra proposta amministrativa, senza mai parlare dell’avversario».
Il distacco della coalizione capitanata da Bergamaschi si è fatto più profondo rispetto al già ampio margine maturato al primo turno: «Questa — commenta il neo sindaco — è la testimonianza della capacità del centrosinistra di stare all’interno delle relazioni con la città. E per rimarcarlo abbiamo scelto di impostare la campagna elettorale come una volta, consumando le suole delle scarpe».
Bergamaschi dedica il successo a tutte le persone che lo hanno seguito nel percorso verso la massima carica della città: «Ho sentito molto vicini sia i membri dello staff che i candidati delle liste. E non era un atteggiamento scontato: siamo stati in grado di interrompere quel ciclo che da tempo contraddistingue l’alternanza in città, con il centrodestra che di solito conquista la guida dell’amministrazione dopo un decennio di governo di centrosinistra. Abbiamo centrato questo obiettivo soprattutto grazie alla passione e all’energia della squadra».
L’abbraccio con una commossa Stefania Bonaldi ha, di fatto, segnato l’avvio della nuova era amministrativa: «Da Stefania ho imparato molto in questi anni. La dote che vorrei ereditare da lei? La straordinaria tenacia» dice Bergamaschi. Che poi indirizza lo sguardo all’esperienza che sta per cominciare: «Nei prossimi cinque anni l’azione di governo sarà fondata sul confronto: questa è stata la chiave per vincere le elezioni e sarà la chiave per amministrare la città. Sedere sulla poltrona di sindaco sarà una fortissima emozione. Quando ho dato la mia disponibilità a candidarmi, l’ho fatto perché ho capito che c’era la possibilità di rappresentare un punto di sintesi più avanzato nella coalizione. Ora in giunta ci sarà un ricambio: non sono per il giovanilismo, ma per la valorizzazione delle competenze. L’esperienza è fondamentale, ma sono essenziali anche le nuove energie».
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