L'ANALISI
26 Giugno 2022 - 18:40
Suor Luisa Dell’Orto, «l’angelo dei bambini», aveva 65 anni
CREMONA - Là, ad Haiti, tutti la chiamavano «seur Luisa». Era l’angelo dei bambini, suor Luisa Dell’Orto, religiosa delle Piccole sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld, colonna di Kay Chal, «Casa Carlo», in un sobborgo poverissimo di Port-au-Prince, la capitale dove operava da 20 anni e dove sabato sera è stata brutalmente aggredita e uccisa durante una rapina. Qui, a Cremona, vive suo fratello, padre Giuseppe, della comunità dei Barnabiti di San Luca. Una comunità sotto shock.
Natali a Lomagna, nel Lecchese, dove vivono le altre due sorelle, Carmen e Maria Adele, suor Luisa i 65 anni li avrebbe compiuti oggi. Secondo quanto è stato riferito dall’Arcidiocesi milanese, la religiosa è stata vittima di un’aggressione armata mentre si trovava in una strada. Gravemente ferita, è stata portata d’urgenza all’ospedale Bernard Mevs, dove si è spenta poco dopo. A Port-au-Prince, «seur Luisa» era un’istituzione. Ha dedicato la sua vita e la missione ai baby schiavi. ‘Casa Carlo’ è stata ricostruita grazie ai fondi raccolti dalla Caritas italiana con la maxi-colletta del 2010, promossa dalla Cei. Quando nel 2002 la religiosa arrivò ad Haiti, la struttura esisteva già. Fu lei ad occuparsi della sua ricostruzione dopo il catastrofico terremoto del 2010.
Maturità al liceo scientifico di Lecco, nel 1984 suor Luisa si è laureata in Storia e Filosofia. Nello stesso anno, è entrata nella Congregazione delle Piccole sorelle del Vangelo di Lione. Tre anni dopo, è partita per il Camerun: ha vissuto a Salapombe, in una foresta, tra i Pigmei Baka, fino al 1990. Nel frattempo a Lomagna è sorto il Gruppo Missionario a sostegno di questa popolazione. Nel 1994, suor Luisa ha conseguito la laurea in Teologia in Svizzera. Dal 1997 al 2001 è stata missionaria in Madagascar, dove alle varie attività pastorali, ha insegnato Etica Generale e Speciale. Dal 2002 suor Luisa era missionaria ad Haiti. Ha anche insegnato Storia della Filosofia e la Dottrina sociale della Chiesa.
Il sindaco di Lomagna, Cristina Citterio, «a nome di tutta l’amministrazione comunale, dei gruppi consiliari e in rappresentanza di tutta la società civile», ha voluto esprimere «il più profondo cordoglio» rivolgendo «l’abbraccio più grande e forte alle sorelle Maria Adele e Carmen e al fratello Padre Giuseppe. Un abbraccio che raggiunge anche tutte le persone che l’hanno incontrata e conosciuta, ai suoi ragazzi e a tutta la comunità di Haiti. Un abbraccio che travalica distanze e confini. Siamo tutti uniti nello sconvolgimento, nello sconforto, nello sgomento, nella non accettazione che è quasi moto di ribellione. Proprio la violenza — conclude il sindaco — che l’ha portata via è ciò che lei ha combattuto con la forza amorevole, resistente e testarda del costruire, del non arrendersi, del restare e del perseverare».
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