L'ANALISI
16 Giugno 2022 - 05:20
Fabio Bergamaschi e Maurizio Borghetti
CREMA - A 72 ore dal primo verdetto delle urne, la macchina della campagna elettorale si rimette in moto. E stavolta batterà strade diverse da quelle seguite nel lungo percorso di avvicinamento all’election day di domenica scorsa: i due sfidanti in corsa — Fabio Bergamaschi per il centrosinistra e Maurizio Borghetti per il centrodestra — non si affideranno al richiamo dei big di partito ed eviteranno la tentazione di accendere la miccia dei fuochi d’artificio. Con ogni probabilità il tragitto verso il ballottaggio del 26 giugno si srotolerà sottotraccia.
La via degli apparentamenti pare impraticabile: da un lato un eventuale scatto a sinistra di Bergamaschi potrebbe risultare sgradito alla componente centrista, dall’altro uno slittamento di Borghetti verso l’ala «democristiana» dell’elettorato suonerebbe stonato. Allora potrebbero essere soltanto gli «accordi fra gentiluomini» a dare uno scossone ai piatti della bilancia. Che, per il momento, pende decisamente dalla parte dell’assessore ai Lavori pubblici uscente.
Al netto delle strategie che verranno portate avanti a fari spenti, le dichiarazioni ufficiali dei due leader delle opposte coalizioni sono quasi sovrapponibili. Sebbene per ragioni antitetiche. «Saranno due settimane di strette relazioni con la cittadinanza, con un consolidamento del presidio nei quartieri — dice Bergamaschi —. Al primo turno sono stati proprio i seggi delle periferie e delle frazioni a premiare la nostra proposta, ed è lì che torneremo a far sentire in maniera assidua la nostra presenza. Lo facciamo ora con l’augurio di poter proseguire in questa stessa direzione nei prossimi cinque anni».
Il leader del centrosinistra non prevede incontri con figure di primo piano della politica nazionale: «L’unico incontro che abbiamo in programma è quello con il neo-eletto sindaco di Lodi, Andrea Furegato, un giovane che ha ottenuto un successo straordinario».
Poi Bergamaschi conferma: «Il tema dell’apparentamento formale non è sul tavolo, ma restiamo aperti alle convergenza di chi si riconosce nei contenuti del nostro programma».
Parole straordinariamente simili a quelle pronunciate da Borghetti: «Nessuna alleanza ufficiale in vista». E se Simone Beretta, transfuga da Forza Italia, rivedesse la propria posizione scegliendo di andare a Canossa? «Ripeto quello che ho sempre detto — chiarisce Borghetti —. Sono disponibile a confrontarmi con tutti perché il mio obiettivo è unire e non dividere. Ma di apparentamenti non si parla».
Anche il candidato sindaco del centrodestra è al lavoro su un piano d’azione elettorale radicato prima di tutto nei quartieri. Nel suo caso, però, per provare a invertire la tendenza negativa: «Parlerò con la gente, incontrerò quante più persone possibile. È vero che il distacco è ampio e che la rimonta si presenta complicata, ma il mio primo impegno sarà quello di convincere ad andare a votare quel 45% di cittadini che si è astenuto al primo turno. I dati parlano chiaro: Bergamaschi ha ottenuto praticamente lo stesso numero di voti di Stefania Bonaldi in valore assoluto. Tradotto: l’elettorato di centrosinistra non ha disertato il voto, quello di centrodestra ha l’opportunità di rifarsi».
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