L'ANALISI
11 Giugno 2022 - 05:30
CREMONA - Dopo il ‘caso’ Area Donna, il Dea di secondo livello assegnato a Mantova, ora si aggiunge la questione della Casa di comunità all’ex Inam di viale Trento e Trieste che, con una delibera del 23 maggio, la Giunta lombarda ha tolto dall’elenco delle nuove strutture sanitarie finanziate con il Pnrr e l’ha inserita nella ‘lista B’ delle opere per cui toccherà alla Regione reperire le risorse.
In questo elenco ci sono anche la Casa di comunità e la Centrale operativa territoriale di Casalmaggiore e l’ospedale di Comunità di Soncino.
Restano invece finanziate con i fondi Pnrr le Case di Comunità di Rivolta d’Adda, quella di Crema in via Gramsci 12 e di Cremona in via San Sebastiano 14.
Poi ci sono le Centrali operative territoriali di Crema e Cremona e gli Ospedali della comunità di Rivolta d’Adda, in via Monte Grappa, di Soresina, al Robbiani, e di Cremona in viale Concordia.
Di questo ultimo caso e della questione del Dea di secondo livello — che l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, vorrebbe in ogni capoluogo — il sindaco Gianluca Galimberti parlerà con la stessa vice presidente della Giunta regionale nel corso di un incontro che era già calendarizzato per giovedì mattina a Milano. Con Galimberti ci sarà anche il ‘collega’ di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni e quello di Stagno Lombardo Roberto Mariani, in veste di presidente dell’Assemblea consortile dell’Ambito sociale cremonese.
Dalla Regione fanno sapere che la selezione è stata dettata da criteri economici, con un tetto massimo di 6 milioni a struttura, oltre che dalla distribuzione territoriale omogenea delle sedi. Anche le 17 case della seconda lista verranno realizzate, assicura Palazzo Lombardia, con fondi interamente regionali.
E il dg dell’Asst Giuseppe Rossi spiega che il mutamento di risorse «non è uno stop e ed era largamente previsto che la Casa di comunità all’ex Inam non avrebbe potuto essere finanziata con i fondi del Pnrr».
Non si tratta di risorse da poco: il costo dell’intervento in viale Trento e Trieste, infatti, è stimato in 19 milioni e 250 mila euro. Il piano originario della Regione ne prevedeva il completamento a dicembre 2025 con l’attivazione nel 2026, come da termini del Pnrr. Ora si allungano dunque i tempi. «E per fortuna — sottolinea Rossi — che è cambiato il finanziamento: la previsione del 2026 infatti non era realistica e non avrebbe mai potuto essere realizzata in tempo per rientrare nei limiti imposti dal Pnrr. Dato l’elevato finanziamento occorrente, sapevamo già che non sarebbe stata inserita fra le opere da realizzare con fondi Pnrr.
Ma la Casa si farà, con fondi regionali. L’impegno per la riqualificazione del complesso di viale Trento e Trieste è comunque contenuto nel Protocollo d’intesa per la costruzione del nuovo ospedale. Ne abbiamo già parlato con il sindaco e lunedì affronteremo la questione in una riunione prevista proprio per il nuovo ospedale».
E una nota della Direzione strategica dell’Asst di Cremona aggiunge: «Trattandosi di un’operazione complessa e connessa alla realizzazione del nuovo ospedale di Cremona, questa è stata stralciata dagli interventi Pnrr su richiesta di Regione Lombardia, che con DGR XI/6282 del 13 aprile 2022 ha previsto un fondo integrativo di co-finaziamento regionale, al momento in fase di definizione. Tale progetto è infatti inserito nel Protocollo d’intesa tra Asst Cremona, Regione, Provincia, Comune di Cremona e Ats della Val Padana, quindi parte di un percorso più ampio e articolato che dovrà quindi farsi carico di individuare i possibili canali di finanziamento finalizzati alla realizzazione del nuovo ospedale e alla sua integrazione con la rete territoriale dei servizi sanitari e sociosanitari».
Il Protocollo, all’articolo 2 stabilisce che «le parti si impegnano, con l’obiettivo comune di favorire l’implementazione dei servizi di alta specializzazione che l’ospedale può fornire ai cittadini, al perseguimento dell’integrazione tra ospedale e territorio e di una politica di diffusione delle prestazioni cliniche e socio-sanitarie e delle azioni a tutela della salute, anche attraverso la riqualificazione di strutture esistenti quali il complesso di viale Trento e Trieste come luogo cittadino di medicina di prossimità». «Abbiamo in mente molti progetti — spiega Rossi — che vedranno coinvolto tutto il territorio».
Dal canto suo il sindaco fa sapere che lunedì al tavolo per il nuovo ospedale «si parlerà dell’attivazione veloce della Casa di comunità di via Sebastiano. Ma sarà anche istituito un tavolo tecnico per definire insieme a Regione, Ats e Asst la progettualità necessaria per l’ex Inam in modo da poter reperire rapidamente i fondi per finanziare l’intervento».
Il consigliere regionale del Pd, Matteo Piloni annuncia un’interrogazione che sarà presentata in Aula martedì e che affronterà anche questo tema: «La Regione ha stabilito dei criteri in base ai quali sono 505 le Case da realizzare in Lombardia. Adesso ha deciso che 17 non saranno finanziate con i fondi del Pnrr, ma non si sa con quale criterio queste siano state selezionate. Non è vero, infatti, che i soldi non ci sono: ci sono, ma la Regione ha scelto di non destinarli su queste 17 strutture. Serve chiarezza. quali criteri sono stati usati, perché non sono stati concertati con i territori e infine con quali soldi verranno realizzate queste 17 strutture? Ricordo che Ats, Asst e sindaci del territorio hanno lavorato insieme per individuare i luoghi per le Case di comunità, ora esclusi dai fondi del Pnrr. Aggiungo che resta ancora di individuare la terza Casa di comunità che spetta al Cremasco in ragione dei suoi 150 mila abitanti. Sarebbe buona cosa che Regione Lombardia puntasse di più sugli ambulatori socio sanitari territoriali previsti dalla nuova legge regionale sulla Sanità. La Regione dovrebbe spiegare come, quando e con che tempi intende realizzare questo strumento di sanità realmente diffusa sul territorio».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris