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CREMONA

Truffarono un'anziana a Gadesco, patteggiano i due napoletani

All'85enne vennero sottratti gioielli per una somma di 6.500 euro. Ma la polizia li aveva inseguiti e bloccati

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

27 Maggio 2022 - 13:33

Truffarono un'anziana a Gadesco, patteggiano i due napoletani

Un intervento della polizia di Stato

CREMONA - Il più vecchio si chiama Luigi Gallozzi, ha 35 anni, ha moglie e tre figli: da disoccupato, prende il reddito di cittadinanza. Il più giovane si chiama Raffaele Scarano, ha 30 anni, è sposato e padre di due figli: sua moglie prende il reddito di cittadinanza, perché lui un lavoro ce l’ha. «Faccio il rider», le consegne a domicilio. Tutti e due sono di Napoli, hanno precedenti e lo scorso 14 aprile, a Gadesco avevano truffato una anziana di 85 anni. La trappola: «Sono un avvocato, suo figlio ha fatto un grave incidente e rischia di andare in carcere. Ma con 6.500 euro, vanno bene sia i contanti sia i gioielli, suo figlio in galera non ci andrà».

L’anziana ci è cascata, ma i due truffatori sono stati arrestati. Dopo la convalida dell’arresto, oggi i due napoletani hanno patteggiato: Gallozzi 1 anno, 11 mesi, 10 giorni di reclusione e 300 euro di multa; Scarano 1 anno, 4 mesi di reclusione e 200 euro di multa (erano difesi d’ufficio dall’avvocato Monica Nichetti). Tornati in libertà dopo la convalida dell’arresto, i truffatori non possono però mettere piede né a Piacenza né a Cremona: i questori delle due città hanno già emesso contro di loro il foglio di via obbligatorio.

L’arresto del 14 aprile scorso, giovedì, è il risultato di una operazione coordinata tra le Squadre Mobili di Piacenza e di Cremona. «Siamo andati in questo paese per fare questa rapina. Ho sbagliato, ammetto la mia responsabilità», aveva detto Gallozzi all’udienza di convalida dell’arresto. «Siamo arrivati in provincia di Cremona nei dintorni di un paese che si chiama Vescovato. La signora era già giù in strada. Ce ne siamo andati. Da lontano ho visto la polizia: a 50 metri ci hanno fermato. Ci hanno portato in Questura, abbiamo ammesso le nostre responsabilità. Io ho poi accompagnato la polizia a recuperare il sacchetto coi i gioielli. Ammetto la mia responsabilità, siamo qui per pagare», aveva aggiunto Scarano.

Storia di due truffatori che in aprile da Napoli erano al Nord su una Fiat 500 verde noleggiata nella loro città. A Piacenza avevano preso una stanza d’albergo e là qualcosa forse hanno combinato, perché i poliziotti li stavano tenendo d’occhio. Quel giovedì avevano avvisato i colleghi di Cremona. Partiti da Piacenza alle 8 del mattino, Gallozzi e Scarano avevano puntato su Gadesco. Sul telefonino avevano l’indirizzo di casa della vittima da spolpare dopo averla spaventata con la telefonata ricevuta dal finto avvocato. Sulla porta di casa, con il cuore a mille, lo spavento addosso e in mano un sacchetto pieno di gioielli, la mamma 85enne aveva atteso il finto agente: era Scarano.

Ma a Gadesco c’erano anche gli uomini del dirigente Marco Masia, capo della Squadra Mobile. I poliziotti avevano visto un uomo scendere dalla 500 verde, infilarsi in un vicolo, risbucare con un sacchetto, salire sull’auto — la guidava Gallozzi — ripartita a forte velocità. Gli investigatori avevano provato a fermarla. Nella fuga verso via Mantova, i truffatori si erano sbarazzati del sacchetto con i gioielli, lanciandolo dal finestrino. Dopo pochi chilometri, la polizia li aveva bloccati e, poi, recuperato i gioielli.

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