L'ANALISI
26 Maggio 2022 - 05:25
La situazione del Po
CREMONA - Lo scenario è «severo» e il provvedimento, alla luce di criticità che permangono a dispetto delle piogge in arrivo, è di conseguenza imminente: al «Tavolo regionale per la crisi idrica», riconvocato ieri dopo la prima seduta il 31 marzo scorso per fare il punto sulla situazione delle risorse idriche in Lombardia, è stata annunciata la dichiarazione dello stato di crisi idrica regionale. Tradotto in concreto: si disciplinerà l’applicazione «ragionata» delle deroghe al deflusso minimo vitale sulle aste fluviali di Po, Adda, Oglio e sugli altri sottobacini idrografici del territorio regionale; e saranno applicate misure finalizzate al contenimento dei prelievi e al risparmio idrico.
«La delibera avrà come finalità anche quella di semplificare e velocizzare il rilascio delle deroghe provenienti dai singoli soggetti — entra nel merito la regione —. E del resto, sulla base del monitoraggio condotto in queste settimane, sia a livello regionale sia in collaborazione con l’Osservatorio del Distretto idrografico del fiume Po, si è confermata la persistenza di una situazione di severità idrica media (arancione) su tutto il territorio. E sulla base dei dati resi disponibili da Arpa Lombardia, è inoltre confermata una situazione delle scorte idriche con un significativo deficit rispetto ai dati medi del periodo».
Nello specifico, complessivamente, il manto nevoso, gli invasi idroelettrici montani e i volumi accumulati nei grandi laghi regolati sono complessivamente inferiori del 50% rispetto alla media di riferimento (2006-2020). E considerando come le previsioni metereologiche a breve e medio termine indichino il passaggio di una perturbazione che dovrebbe contribuire ad alleviare la situazione di deficit senza tuttavia incidere significativamente sulla mancanza di risorse, Regione Lombardia ha adottato una specifica deliberazione che ha consentito relativamente ai bacini idrografici dell’Adda e dell’Oglio di attivare la deroga parziale al deflusso minimo vitale.
«A fronte dell’operazione di utilizzo della deroga per invasare acqua nei principali laghi (nello specifico Lago d’Iseo e Lago di Como) — spiega l’assessore Massimo Sertori — abbiamo ora sufficiente risorsa per iniziare l’irrigazione. La collaborazione tra i componenti del tavolo, consorzi di irrigazione e bonifica, associazioni agricole e Regione, è stata proficua». Con gli agricoltori, in particolare, che hanno accettato di posticipare la semina in attesa di invasare acqua sufficiente per avviare l’irrigazione.
«Possiamo dire — aggiunge Sertori — che posticipare la semina e utilizzare la deroga per invasare i laghi ci ha messo in condizioni per i prossimi 10/15 giorni di poter erogare in quasi tutti i comprensori i volumi d’acqua necessari al comparto agricolo. Questo nonostante la scarsità di piogge. Allo stesso modo, la collaborazione di tutte le parti fin qui manifestata deve permanere per affrontare da domani in avanti una crisi idrica che non è certo terminata. Stiamo monitorando con attenzione la situazione e confermo che la giunta regionale assumerà tutte le decisioni possibili per alleviare la difficile situazione del comparto irriguo».
Lo conferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi: «Adottiamo un provvedimento urgente — aggiunge l’assessore — per affrontare una situazione critica che sta mettendo a rischio non solo i raccolti ma anche la tenuta delle aziende agricole. Abbiamo studiato un documento che possa coniugare le diverse esigenze, partendo però dalla necessità di produrre cibo. Ci sono difficoltà congiunturali per il settore primario, dovute anche a rincari energetici e all’incertezza internazionale, e la Regione vuole mettere in campo tutti gli strumenti possibili per aiutare le aziende a superarle». È stata data particolare attenzione all’asta del Chiese: «Il Tavolo — entra nel merito Rolfi — ha condiviso la richiesta del Consorzio di bonifica di procedere con le richieste propedeutiche alla modifica dei livelli in aumento e riduzione della capacità di invaso». Adesso, sperare nella pioggia non basta più.
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