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L'ALLARME

Siccità, Fontanili asciutti: sos agricoltura e zootecnia

Appello del sindaco di Spino d'Adda: «Siccità mai vista, dai laghi venga subito rilasciata l’acqua necessaria»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

19 Maggio 2022 - 05:05

Siccità, Fontanili asciutti: sos agricoltura e zootecnia

SPINO D'ADDA - Allarme siccità, in paese e più in generale in tutto il territorio. Il sindaco Enzo Galbiati si fa promotore di un appello condiviso con diversi agricoltori spinesi: «Il settore a Spino, come dappertutto, è in evidente difficoltà per la carenza di precipitazioni – esordisce Galbiati –: nella mia vita non ho mai visto un anno così siccitoso, almeno in questi primi cinque mesi. Canali e fossi asciutti, fontanili secchi, qui nell’Alto cremasco, ma soprattutto a Spino, dalle risorgive non sgorga una goccia di acqua». Fatta la premessa il sindaco chiede dunque il massimo sforzo ai consorzi che si occupano della gestione delle risorse idriche per l’agricoltura.

Il sindaco di Spino d'Adda Enzo Galbiati

«Le nostre coltivazioni, ma anche gli stessi allevamenti di bovini e non solo – prosegue Galbiati – dipendono dall’acqua che arriva da nord, in particolare dal territorio di Rivolta d’Adda. Mi riferisco ad esempio al canale Vacchelli che nasce dall’Adda appena sopra Spino e poi porta le sue acque nel Cremonese. Sarebbe sufficiente che la portata del canale si alzasse un po’ per attivare i nostri fontanili e le falde del territorio. Per questo chiediamo ai consorzi irrigui di attivarsi affinché si rilascino le acque provenienti dalla Rivoltana e dal Vacchelli». Altrettanto importante è che si prendano analoghe misure più a monte.

«La stessa cosa dovrebbe fare chi gestisce le chiuse del lago di Como e Lecco – conclude il sindaco –: rilasciare acqua a sufficienza per il nostro territorio. Se questa siccità prosegue sono a rischio tutte le coltivazioni di mais, ma anche gli stessi prati stabili che producono erba e fieno. Alcuni agricoltori della nostra zona stanno addirittura pensando di svuotare le stalle dai capi di bestiame perché l’approvvigionamento di fieno sta diventando impossibile».

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