L'ANALISI
27 Aprile 2022 - 05:25
CREMONA - Preservarne il cuore e viverla attraverso una prospettiva fatta di luci, colori e simboli che indicano l’anima pulsante della città, la sua storia, il suo futuro. Cremona, ma anche il binomio uomo-città, tornano a guardare avanti attraverso le leve dell’urbanistica, mosse con la determinazione e l’occhio di chi ha una visione chiara del suo sviluppo, a tratti riletto con il territorio che la circonda, chiave di volta di un sistema urbano legato al più grande fiume italiano che è anche un’immensa via d’acqua che sposa il verde.
È tutto fissato nel progetto presentato pochi giorni fa in commissione Sviluppo Economico dall’architetto Stefano Corbari. Il piano - che ha preso corpo sotto gli occhi dell’assessore al Turismo Barbara Manfredini e attende il via libera della Soprintendenza (è questione di giorni) - si deve alla collaborazione tra Corbari, i colleghi architetti Andrea Treu, Paolo Pugnoli, Daniele Cipeletti, Mariano Biazzi Alcantara, l’ingegner Fabio Venturini e l’artista Ettore Favini,
«Siamo partiti dal simbolo dell’identità cremonese, il Torrazzo, e abbiamo pensato di replicarne la metafora del richiamo in ognuna delle attuali porte d’accesso al centro. Da queste porte si entra nella città antica, attraverso percorsi segnalati cromaticamente dai colori dei gonfaloni delle porte antiche riportati su una serie di stendardi appesi alle tesate esistenti, impreziositi dal logo della effe stradivariana».
Lungo questi tragitti, estesi a corso Mazzini, largo Boccaccino e corso Campi fino al cuore di Cremona, troveranno luogo alcuni oggetti d’arredo immaginati come momenti di sosta ma anche di osservazione di scorci urbani spesso superficialmente tralasciati.
«Si propone un restyling generale che uniformi le targhe indicative dei luoghi. Ambiti particolarmente sensibili e delicati sono le gallerie. La Kennedy appare la più problematica, forse per l’ubicazione meno baricentrica; l’azione preliminare a qualsivoglia tentativo di rilancio dovrebbe necessariamente riguardare la manutenzione - spiega Corbari - poi si potrà pensare qualche minima azione estetizzante attraverso nuove coloriture e semplici inserimenti illuminotecnici. Per la Galleria del Corso ci è parso opportuno fare partire il rinnovamento dal nome: Galleria Luciano Somenzi o del Corso, è la dedica doverosa ad un benefattore cremonese che qui ha svolto la sua preziosa attività. Poi una chiusura parziale che la renda più confortevole, quale galleria commerciale in pieno centro. La Galleria XXV Aprile, invece, non regge interventi di maquillage leggeri e poco strutturati. Le piante al soffitto con le fronde caduche e il loro movimento, creeranno dei particolari effetti di luce sul pavimento. Segnare gli ingressi e giocare con la luce sarà un modo per far avvicinare le persone a questo luogo storico della vita cittadina. Il progetto - conclude Corbari - punta a stimolare una nuova attenzione su alcuni punti e zone del centro storico con l’intento di valorizzare alcuni spazi inutilizzati per ridare nuova vita alle gallerie Kennedy e del Corso. Il percorso – che sarà individuato una volta stabilito il budget di investimento – si snoderà per le vie della città cercando di seguire l’asse del commercio al dettaglio per inserire contributi e interventi culturali che avranno come punto focale il linguaggio dell’arte contemporanea più sperimentale che coinvolge anche il suono oltre all’arte visiva tradizionale».
«Siamo partiti dal bando del Distretto urbano del commercio (Duc) per questo progetto che interviene su arredi, simboli e percorsi della città - spiega l’assessore al Commercio e Turismo, Barbara Manfredini. Tramite il lavoro svolto dal pool di architetti guidati da Corbari si è arrivati a definire percorsi che vanno dalle porte al centro della città, con l’obiettivo di valorizzare le strade che sono anche quelle dello shopping. Tutti i percorsi saranno contrassegnati da forme, colori e dalla «f» della liuteria, che sarà comune a tutti», conclude Manfredini . Un nuovo colpo d’occhio. A 360 gradi.
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