SOS ACQUA
25 Aprile 2022 - 05:10
I consiglieri Federico Lena, Matteo Piloni e Marco Degli Angeli
CREMONA - Non si spengono, e assumono un connotato sempre più politico, le polemiche sul futuro di Area Donna. Il primo a prendere posizione era stato il consigliere regionale della Lega Federico Lena: osservando come «i continui attacchi all’ospedale di Cremona portano a pensare che la campagna elettorale per le elezioni regionali 2023 sia partita con largo anticipo», si era rivolto al Comitato spontaneo ‘Rivogliamo Area Donna’ lasciando intendere come le loro posizioni non fossero rappresentative di tutte le pazienti. «Secondo alcune utenti qualcosa è molto cambiato nell’approccio alla cura e nell’accoglienza all’interno dell’area oncologica. Sottolineo alcune pazienti — aveva precisato Lena —, perché probabilmente non abbiamo ritorni da chi è soddisfatto o semplicemente non si lamenta. Comunque: alcune pazienti si lamentano del venir meno di un ambiente ‘privilegiato’ e ‘raccolto’ in Area Donna nel quale si cercava di passare in tranquillità le ore della chemioterapia».
Aveva replicato Cristina Marenzi: «Siamo un movimento completamente apartitico e nessuno di noi ha mai avuto in mente di usare il proprio cancro come un attacco strumentale all’ospedale».
Lena aveva controreplicato: «Reazione scomposta: evidentemente ho toccato un nervo scoperto».
Nel botta e risposta, adesso, interviene Matteo Piloni del Partito Democratico. Congliere regionale contro consigliere regionale. «Ho trovato a dir poco fuori luogo, per usare un eufemismo, l’intervento del collega Lena» arriva subito al dunque Piloni. Che poi declina le motivazioni. Due. La prima: «C’è un’assemblea dei sindaci in programma il prossimo 2 maggio, a cui siamo stati invitati, e che può essere il luogo per chiedere e ottenere quei chiarimenti necessari anche sul servizio di Area Donna, oltre che sul futuro complessivo della sanità territoriale. Un’occasione soprattutto per i sindaci per fare il punto sulla situazione ed essere protagonisti delle politiche socio sanitarie sul territorio. Com’è giusto che sia. Insieme a Regione Lombardia. Da protagonisti e non da spettatori».
Il secondo motivo: «Si scambia il futuro di un servizio con uno scontro politico. Sarebbe sbagliato se lo fosse. Anche perché le questioni sollevate sono questioni di merito che domandano chiarezza. Quella chiarezza che anche il sottoscritto ha richiesto. Non per sé, ovviamente. Ma per i cittadini. A volte basterebbe essere solo più disposti al confronto e a dare risposte». Infine, secondo Piloni, «criticare il lavoro di un comitato buttandola sul personale, come ho letto nella replica del collega Lena, sapendo soprattutto che si tratta di persone che hanno vissuto o vivono sulla propria pelle il servizio che Area Donna offre, cosa di cui avrebbero fatto volentieri a meno, non è stato certamente un bel modo di stare nel merito delle questioni». L’appello finale, rivolto a tutte le forze politiche: «Evitiamo di fare di Area Donna una battaglia politica. Si tratta di un servizio e di questo si deve parlare, partendo dal fatto che a Cremona, così come in altre realtà, per una ecografia al seno ci vogliono anche 10 mesi di attesa, se non di più. È questo che dobbiamo tutti avere in mente quando parliamo di servizi e di salute delle persone. In questo caso della salute delle donne».
Ma intanto, però, l’attrito è già politico: schermaglia al Pirellone. Rinfocolata anche da Marco Degli Angeli, consigliere regionale del movimento 5 Stelle: «Vale il vecchio adagio ‘il bel tacer non fu mai scritto’. Leggendo i commenti di Lena — è tranciante Degli Angeli — risulta evidente che il consigliere cremonese non ha la minima idea di quello di cui sta parlando. La questione merita di essere trattata con delicatezza, nel rispetto delle pazienti. I toni utilizzati non fanno bene alla risoluzione del problema e dimostrano una mancanza di rispetto nel confronto di quelle donne che stanno affrontando un momento delicato della loro vita. Avrebbe fatto meglio a rimanere nell’anonimato come aveva fatto fino ad oggi. Non ne avremmo sentito la mancanza».
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