L'ANALISI
29 Marzo 2022 - 13:46
Giovanni Carrera
CREMONA - Mentre da Brescia è attesa la decisione del Tribunale del Riesame sulla richiesta di revocargli gli arresti domiciliari — vi è ristretto dal 16 febbraio —, a Cremona il pm Francesco Messina ha chiesto e ottenuto dal gip il giudizio immediato nei confronti di Giovanni Carrera, il tassista 68enne accusato di sequestro di persona e lesioni personali gravi. Quelle cagionate a Luca Lombardo, 27 anni, caduto dal taxi van con il portellone aperto, lanciato a forte velocità e contromano, la notte di Natale. Una violentissima botta alla testa. E tutto per 10 euro.
Il processo è fissato al 27 maggio prossimo. La sera della Vigilia, dopo cena Luca si recò alla Chiave di Bacco, in piazza Marconi, con le amiche del cuore Alessia e Ramona. Verso le tre del mattino chiamò il taxi: destinazione l’hotel B&B, in via Antiche Fornaci. Era abitudine che quando tiravano tardi, i tre amici rimanessero fuori a dormire. Luca, tra l’altro, abita a San Daniele Po. Aveva l’auto in piazza Marconi. Non aveva bevuto, come è stato accertato dai test. Poteva guidare. Preferì di no. Alle 3.30 Carrera li portò al B&B. Costo della corsa: 20 euro. I ragazzi ne avevano 10. Volevano pagare il resto con il bancomat. Da qui la discussione accesa con il tassista. Alessia e Ramona, spaventate, scesero dal taxi. Stava scendendo anche Luca. Carrera ripartì a forte velocità e contromano secondo la Squadra Mobile che ha anche esaminato le telecamere. Sequestro di persona.
Il pm Messina contesta a Carrera di «aver impedito» a Luca «di scendere dal taxi, di averlo costretto a rimanere a bordo, mentre con il taxi ripartiva contromano a forte velocità, con la portiera scorrevole posteriore di sinistra completamente aperta, diretto nuovamente in piazza Marconi». Diretto là dove aveva caricato i tre amici. In via Mantova, Luca cadde in mezzo alla strada. Finì in Terapia Intensiva prima, in Neurochirurgia poi. Da allora ha vuoti di memoria, non ci sente bene dall’orecchio sinistro, il suo linguaggio zoppica. Il pm lo ha fatto visitare dal medico legale, Andrea Verzeletti, di Brescia. Lesioni gravi, 22 righe di capo di imputazione, per metà l’elenco delle «plurime lesioni cranio-meningo-encefaliche» prodotte dal trauma cranico, «a seguito delle quali è derivato» a Luca «un periodo di malattia di durata sicuramente superiore ai 40 giorni ed in via di previsione quantificabile in almeno 6 mesi». Il 7 febbraio, difeso dall’avvocato Paolo Bregalanti, Carrera fu interrogato dal pm. Poi, fece due telefonate: «Il pm mi ha detto che il ragazzo è a casa, ma non ci sta con la testa. Bene, così non può raccontare la sua versione. È una cosa positiva». Dall’intercettazione shock ai domiciliari.
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