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LA GUERRA DI PUTIN

Ucraina: «Sull'accoglienza dei profughi serve un cambio di rotta»

Bonaldi (Crema) attacca la Regione: «Sindaci messi ai margini, bisogna puntare sulle reti civiche o il sistema rischia di implodere in mezza giornata»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

25 Marzo 2022 - 05:30

Ucraina: «Sull'accoglienza dei profughi serve un cambio di rotta»

CREMA - Stefania Bonaldi chiede un immediato e deciso cambio di rotta sull’accoglienza ai profughi ucraini. «Se così non sarà – spiega il sindaco e presidente lombardo della Lega autonomie (associazione che raggruppa i Comuni) – il sistema rischia di implodere in mezza giornata».

DITO PUNTATO CONTRO LA REGIONE.

bonaldi

Il sindaco Stefania Bonaldi

Bonaldi punta il dito sull’organizzazione data dalla Regione, definendola «verticistica». «Già in questo momento – aggiunge –, e siamo purtroppo solo agli esordi, se noi sindaci ci mettessimo a rispettare la disciplina data, vale a dire segnalare ogni arrivo di profughi ucraini nei nostri Comuni alla Prefettura perché la stessa, tramite la rete regionale si faccia carico dell’accoglienza, il sistema non reggerebbe».

Bonaldi è intervenuta nei giorni scorsi su questo delicato tema. Da ieri, inoltre, sta partecipando all’assemblea nazionale di Ali, focalizzata ovviamente sulla crisi ucraina.

profughi

L'accoglienza dei profughi

«Lunedì – ha spiegato il sindaco – sono state diramate dal Dipartimento nazionale della Protezione civile le indicazioni per l’accoglienza e l’assistenza alla popolazione proveniente dall’Ucraina. Il modello conferma il ruolo di regia dei presidenti di Regione, nominati commissari delegati già dal 4 marzo scorso, con il compito di coordinare i rispettivi sistemi territoriali di protezione civile negli interventi di soccorso e di assistenza alla popolazione ucraina. Si riafferma purtroppo, nonostante i moniti di Anci Nazionale, un’impronta verticistica nell’organizzazione dell’accoglienza, incardinando le relative competenze nel sistema di Protezione civile nazionale e regionale e nelle prefetture. Una grave carenza culturale prima che politica, perché di fatto confina i sindaci, ossia i primi rappresenti dei cittadini, in un ruolo marginale, salvo caricare sulle loro spalle tutta la traduzione concreta di questa enorme impresa. Fantasmi cui viene chiesto di agire come se fossero tridimensionali».

Questa la prima critica di Bonaldi. La seconda inquadra il problema a livello lombardo. «In una Regione – prosegue – governata da una componente che invoca il primato del minore sul maggiore, non abbiamo indicazioni concrete di questo raccordo territoriale e ancora una volta i sindaci, che rappresentano gli enti locali e sono in trincea su ogni emergenza, non vedono riconosciuto alcun ruolo. Viene da pensare che l’autonomia si invoca solo quando comandano gli altri».

PUGLIA ESEMPIO VIRTUOSO.

Bonaldi cita l’esempio virtuoso della Puglia. «Già da due settimane hanno individuato i sindaci come i soggetti attuatori, chiamati a reperire soluzioni urgenti di alloggiamento e assistenza temporanee, riconoscendo dunque loro quel ruolo di avamposti e di terminale delle istituzioni sul territorio per la gestione di questo tipo di emergenza». Da qui la conclusione del necessario cambio di rotta.

«La mia richiesta come presidente di Ali, in sinergia con Anci nazionale, è che vi sia un approccio uniforme nella gestione dell’emergenza su tutto il territorio nazionale. I sindaci, come l’esperienza Covid-19 certifica, sono le realtà locali più prossime ai cittadini e già ora si stanno relazionando con terzo settore, Caritas, famiglie, reti civiche per l’accoglienza, ma lo stanno facendo fuori dalla disciplina delle regole. Vanno messi al centro e non ai margini, come invece accade in Lombardia».

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