L'ANALISI
LA GUERRA DI PUTIN
17 Marzo 2022 - 05:20
CREMONA - «I bambini sono impauriti, vedono immagini di loro coetanei con le armi in mano, hanno paura che la guerra arrivi fin qui – racconta la maestra Monica Ferrini della classe 5ª B della Trento Trieste —. A un certo punto, i miei alunni mi hanno chiesto se potevano scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Così ci siamo messi al lavoro. Ho capito che per loro era importante far sentire il loro sentimento sulla guerra, cercare un riferimento che fosse in grado di tranquillizzarli, rassicurarli e rappresentarli».
E così, la 5ª B si è messa al lavoro. Raccontando le paure: «Siamo spaventati. Abbiamo molta paura che la guerra possa estendersi anche nel nostro Paese. Ci spaventano la freddezza e la totale disumanità del presidente Putin. Sappiamo bene quali sono gli esiti di conflitti così gravi. Speravamo che gli eventi storici accaduti, catastrofici, e che hanno coinvolto il mondo (le guerre mondiali e tante altre) avessero lasciato un segno indelebile che potesse guidare gli uomini nella costruzione della pace. Siamo preoccupati perché abbiamo visto i padri dei bambini ucraini che, anche se non lo volevano, sono andati in guerra. Abbiamo paura che, se l’Italia venisse coinvolta nel conflitto, anche i nostri padri possano abbandonarci, per andare a combattere».
Ma gli autori della lettera sanno il fatto loro e non si sono limitati a esternare quelle che sono le loro paure. Hanno anche investito il presidente Mattarella di un compito ben preciso, come dire i bimbi non scherzano: «Siamo sicuri che lei possa essere il portavoce per far arrivare il nostro messaggio di pace ai presidenti Putin e Zelensky – scrivono -. Desideriamo un mondo all’altezza delle nostre aspettative e dei nostri sogni. Ci aspettiamo, perché ne abbiamo il diritto, di poter crescere e diventare grandi, serenamente. Per poterlo fare, però, abbiamo bisogno che gli adulti e i capi di stato possano credere, come noi, in un mondo che sappia davvero costruire la pace. Crediamo nei costruttori di pace e gridiamo il nostro No ai costruttori di armi e guerre».
Chini con la testa sul banco, ognuno impegnato ad articolare le proprie idee insieme alla maestra, rielaborando gli spunti, hanno inviato le loro richieste al Presidente.
«Abbiamo spedito subito la lettera a Mattarella – conclude la maestra Ferrini —. I bambini hanno cercato così di dare il loro contributo alla costruzione della pace. Facendo sentire la loro voce di cittadini spaventati che vedono messo in forse il loro futuro e quello dei loro coetanei ucraini ed europei».
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