L'ANALISI
09 Marzo 2022 - 19:21
Il chirurgo Mario Martinotti
CREMONA - Oltrepò pavese, Casteggio, paese di 6700 abitanti dove tutti conoscono tutti. Tutti hanno sentito parlar bene del dottor Mario Martinotti, chirurgo di fama. Se l’è conquistata all’ospedale di Voghera e dintorni. E se l’è portata all’ospedale Maggiore di Cremona. Vi arriva nel maggio del 2007 da primario di Chirurgia generale. Tredici anni tra le corsie e le sale operatorie. Il luminare è dipendente dell’Asst, alla quale è legato da un rapporto di esclusività.
Per l’accusa, Martinotti, 65 anni, di Pavia, avrebbe truffato l’ ente pubblico, incassando circa 51 mila euro di indennità di esclusività (il danno erariale), dal 24 febbraio 2017 al 31 dicembre 2019, ultimo suo giorno al Maggiore prima della pensione.
Come avrebbe ingannato l’Asst? Secondo il pm, attraverso la «fittizia» costituzione del Poliambulatorio studio medico specialistico Clastidium», a Casteggio. Rappresentante legale è sua moglie Floriana Maggi, dentista che con Asst ha sottoscritto la convenzione con la quale «si autorizzava il marito Martinotti ad esercitare la libera professione presso il Clastidium» a certe condizioni: niente targa, visite in determinati giorni e orari. Finalità è di non sottrarre il proprio monte ore professionale all’interno dell’ospedale Maggiore. In tal caso ci sarebbe il danno erariale.
A fine mese, Martinotti rendiconta le visite all’Asst. «Ma dai nostri accertamenti, 13 visite non sono state rendicontate». Lo afferma il maresciallo assistente della Guardia di Finanzia oggi, prima udienza dedicata alla presunta truffa, reato che il pm contesta, in concorso, anche alla moglie di Martinotti.
Ma il luminare sul banco degli imputati c’è finito anche per rispondere di 4 omicidi colposi: le morti di pazienti operati «con grande imprudenza». Se ne parlerà all’udienza dell’11 maggio.
Casteggio, vicolo Ortalli, civico 3. Una palazzina senza targa, una porta sempre aperta da cui si accede alla sala d’attesa. È l’ambulatorio dove Martinotti visita i pazienti. A Casteggio e dintorni, per tutti quello è «lo studio del dottore». Nessuno ha mai sentito parlare del Poliambulatorio Clastidium.
Nell’ottobre del 2018 la Procura sta indagando il primario Martinotti sulle morti dei pazienti. E nell’ambito di quel procedimento, delega alla Guardia di Finanza di effettuare alcuni accertamenti sul luminare. Ancora non si ipotizza la truffa. Gli accertamenti: dalla verifica del domicilio e della residenza all’individuazione delle utenze telefoniche, fisse e mobili. Da una ricerca sul web, chi indaga scopre che Martinotti presta attività lavorativa al Centro Med di Gadesco Pieve Delmona. In quei giorni, il telefonino del primario viene messo sotto controllo.
Il 16 ottobre, due finanzieri partono da Cremona per Casteggio, via Ortelli. E’ il primo sopralluogo. Annotano che nella palazzina c’è lo studio odontoiatrico Martinotti. «Proprietario è Martinotti che lo ha dato in comodato d’uso alla moglie. Fuori non ci sono targhe. Sul campanello e sulla cassetta della posta c’è Dottor Martinotti», spiega il maresciallo.
Quattro giorni dopo, i due finanzieri si rimettono in viaggio per Casteggio: alle 10,30 prendono informazioni dalla titolare di un negozio di abbigliamento vicino allo studio. Il maresciallo sta fuori. Ci entra il collega vice brigadiere. «Abbiamo appreso che Martinotti era solito recarsi la mattina del sabato alle 7, il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 18 in poi».
Il 27 ottobre, maresciallo e vice brigadiere tornano a Casteggio. Alle 7 del mattino si appostano. Dalle intercettazioni di quei giorni, sanno che quel sabato il primario riceve pazienti in studio. Un viavai di pazienti per un totale di «undici accessi più due persone. Non suonavano al campanello, entravano». All’uscita, i finanzieri non fermano i pazienti. Li identificano dal numero di targa, «in altri casi dalle intercettazioni».
Lunedì 17 giugno del 2019, 6.30 del mattino, la Guardia di finanza perquisisce prima l’abitazione a Pavia, poi lo studio a Casteggio. Qui, Martinotti consegna spontaneamente le schede dei pazienti e le ricevute.
«427 schede sono state rendicontate all’Asst», mentre per l’accusa ballano quei 13 pazienti non rendicontati. La Gdf ne sentì uno. Al processo saranno sentiti tutti. «Poliambulatorio Clastidium? Mai sentito». Non l’hanno mai sentito i cinque pazienti del Pavese, testi del pm. Raccontano che a Casteggio Martinotti aveva «buona nomea».
Grazie al passaparola, agli amici e familiari già suoi pazienti, hanno avuto il numero del telefonino del dottore. Lo si chiamava per l’appuntamento in vicolo Ortalli, civico 3. Visite spesso nel week-end, sul tardi. Niente infermiere né segretarie. Solo pazienti in attesa del proprio turno. Visite pagate cash, attorno ai 100 euro. Contanti versati a Martinotti. Ricevute fiscali? Quattro «non ricordo», un «no».
Nei suoi tredici anni all’ospedale Maggiore, il primario Mario Martinotti ha accumulato «numerose ore di lavoro istituzionale straordinario». Straordinari «a titolo gratuito, tali da evidenziare una eccedenza lavorativa pari a circa 1 mese e mezzo di lavoro ‘gratuito’ all’anno a favore della struttura ospedaliera».
Ma di questa circostanza «non era a conoscenza e non l’ha approfondita l’operatore della Guardia di Finanza, testimone del pm, che, esaminato dall’accusa e dalle difese ha sostanzialmente riportato i risultati dell’indagine svolta», hanno commentato il professor Carlo Enrico Palliero e l’avvocato Luca Curatti, difensori del professor Martinotti e di sua moglie nel processo in cui, in relazione all’imputazione di truffa, l’Asst non si è costituita parte civile. Processo nel quale non sono entrate le intercettazioni telefoniche, già dichiarate «inutilizzabili dal giudice dell’udienza preliminare come aveva chiesto l’avvocato Curatti.
Il dottor Martinotti — proseguono i difensori — ha contribuito ad apportare alla stessa azienda Asst di Cremona, nel corso della sua permanenza professionale, una indiscutibile serie di vantaggi e benefici economici, pari a circa 1 milione di euro all’anno, grazie alla propria perizia professionale nonché alle numerose richieste di assistenza e di presenza del professionista per le cure da prestare, coinvolgendo pazienti pressoché da tutto il Nord Italia, quanto in particolare dallo stesso Pavese dove il dottor Martinotti esercitava regolarmente ed in convenzione con Asst Cremona presso lo studio di Casteggio (Pavia)».
Uno studio «già conosciuto e noto da tempo ai residenti ed ai clienti, posto che sino al 2017 era lo studio dove il professionista già operava regolarmente e sempre in regime extramoenia allargata, in accordo con la struttura cremonese», aggiungono i difensori. Ed ancora, la difesa osserva che «i cinque pazienti dei 30 interpellati dalla Guardia di Finanza, sentiti in qualità di testimoni non hanno ricordano se hanno ricevuto o meno al tempo il relativo documento fiscale».
«Non possiamo che confermare e ribadire l’estraneità del dottor Martinotti alle dolorose accuse che gli vengono contestate — concludono i difensori —. Accuse che non potranno minimamente intaccare il grande profilo umano e la qualità professionale del medico, da sempre noto a pazienti e colleghi per la sua correttezza e l’impegno profuso per i malati e per le strutture ospedaliere nelle quali ha militato».
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